«Contagiata a 40 anni vi racconto il calvario fino al ricovero»
Testimonianza-appello di Cristina Papini, mamma e blogger «Non potevo più mangiare e bere e sono finita agli Infettivi»
di Elisa Fais
Contrae il morbillo in un centro commerciale padovano e racconta la sua esperienza sul web per sensibilizzare sull’importanza della vaccinazione. «Stavo talmente male che non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto: a Padova c’è un’epidemia di morbillo e io sono l’esempio che non è una passeggiata» spiega Cristina Papini, 40 anni, fondatrice del blog gallinepadovane.it.
Dopo l’allarme lanciato a fine marzo dal Dipartimento di Igiene e Sanità pubblica dell’Usl 6, l’epidemia di morbillo non accenna ad arrestarsi. Nelle ultime settimane si segnalano almeno due nuovi casi al giorno. La percentuale di popolazione vaccinata contro il morbillo, a Padova, è scesa sotto la soglia di sicurezza del 95 per cento. «Alla guardia medica mi hanno guardata di sbieco il giorno di Pasquetta quando, con l’aspetto molto più simile alla Pimpa, ho fatto irruzione chiedendo un consulto» afferma la mamma padovana, «inizia così il mio piccolo calvario con la più comune delle malattie esantematiche di cui, francamente, gran poco mi ero curata se non per i periodici vaccini da fare a mio figlio. Una malattia contratta, a detta dell’ufficio Igiene, in un noto centro commerciale cittadino dove pare ci sia stato un focolaio che ha colpito molti ignari padovani».
Il morbillo si è manifestato con febbre alta e rush cutaneo su viso, tronco e gambe. «Pian piano si insinua ovunque in particolar modo nel cavo orale, provocando un’estesa infezione in bocca che metterebbe a dura prova chiunque», aggiunge Cristina, «il morbillo vede nella sua parte “cutanea” solo la punta di un iceberg. Ho scoperto una malattia invasiva e debilitante al punto da impedirmi di bere e mangiare per giorni, portandomi a un tracollo gestibile solo tramite ricovero. All’Ospedale di Padova sono stata portata in ambulanza dopo aver provato a gestire la fase acuta a casa per quattro giorni decisamente impegnativi. Ho trovato un immediato beneficio con la reidratazione per via endovenosa. Dopo qualche giorno e circa 10 litri di glucosio ero una persona nuova, sempre con l’esantema, la bocca in fiamme, la tosse e una vistosa congiuntivite, ma rinata e nuovamente capace di alimentarmi e bere».
Cristina Papini è rimasta ricoverata al reparto di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera per sei giorni. «La mia stanza era accessoriata e pulitissima, ma ero obbligata a rimanere chiusa dentro» specifica la blogger, «i bimbi piccoli non sono ammessi per cui mio figlio non è potuto venire a trovarmi. Questo mi ha pesato, eccome se mi ha pesato, ma sono anche stata contenta che non abbia rischiato di pigliarsi chissà quale malattia. Il personale è gentile e scrupoloso e sono stata seguita molto bene».
Ovviamente è scattata la profilassi per tutti i familiari e i contatti di Cristina. «Non esiste una terapia specifica per il morbillo, bisogna vaccinarsi» sottolinea dopo la sua esperienza, «tutti i miei familiari hanno fatto il vaccino e stanno bene. Ora sono a casa e ho superato la fase critica, la mia strada è finalmente in discesa. Non posso quantificare i danni che questo scherzetto mi ha generato e i disagi che involontariamente ho creato alle aziende con cui collaboro. Ho scoperto però intorno a me una fitta rete di solidarietà che mi ha commossa e mi ha spinta a rialzarmi con maggiore vigore. Tutti devono pensare alla vaccinazione, è necessario assicurarsi di essere coperti contro il morbillo».
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