Capo dei pompieri riparava e smerciava anche 50 pistole al mese
Intercettazioni choc dei suoi complici: «Forse stiamo esagerando». La banda progettava di trafugare salme di vip tra i quali Enzo Ferrari
di Carlo Bellotto
PADOVA. «Rallenta, rallenta caspita, non è possibile che ogni mese tu venda 40/50 pistole». Gianni Mereu di Orgosolo, ma residente a Traversetolo (Parma) e il compare Roberto Mezza il 16 novembre 2012 parlano tra loro ma vengono intercettati da una microspia posizionata in casa del primo (dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari). Parlano dei loro traffici di armi con il vigile del fuoco Renato Bazzan (ora comandante del distaccamento di Este e già consulente di diverse procure in qualità di esperto d’armi).
Concordano sul fatto che il pompiere padovano stia esagerando con le vendite, aumentando i rischi. Mereu aggiunge: «Gli ho detto di stare attento, se lo scoprono metterebbe nei guai altre dieci persone: il suo amico carabiniere che gli fa... e il poliziotto... e poi questo, quell’altro ...e il maresciallo, l’operaio, va a inguaiare non so quante persone. Lui molte armi, se non riesce a metterle in condizione, quel carabiniere là gliele fa denunciare».
L’inchiesta è quella di una banda che progettava di trafugare la salma di Enzo Ferrari per chiedere il riscatto, ma che smerciava armi, molte e droga, ancor di più. Tra le 23 persone arrestate ce ne sono 4 di padovane (il pompiere Bazzan, suo figlio Willy, il luogotenente dell’Esercito Giuseppe Mattei e Paolo Paris) con anche due indagati nostrani. Dalle indagini svolte - recita l’ordinanza - emergono gravi indizi che il carabiniere del quale parla Mezza, sia il brigadiere Massimo Solito di Conselve.
È l’unico appartenente dell’Arma con il quale Bazzan abbia rapporti di intensa frequentazione riferibile alle sue attività illecite. Mattei, di Cadoneghe e Paolo Paris di Stanghella, lavorano al Ce.Ri.Mant da dove prelevano le armi e le parti di esse e le consegnano a Bazzan che, se si tratta di armi complete, si limita ad alterarne il numero di matricola, ripunzonandole, se si tratta di parti di arma, le assembla in modo da ottenerne di nuove. Le armi così alterate o ricostruite vengono poi consegnate (tra gli altri) a Mereu che le rivende in Sardegna, avvalendosi della stessa rete di complici utilizzata per gestire il traffico della droga. Il trasporto delle armi sino a Parma viene effettuato da Willy Bazzan, figlio di Renato, pompiere.
Mereu e Renato Bazzan utilizzano schede telefoniche dedicate esclusivamente ai loro contatti. «II ruolo svolto dai Bazzan, padre e figlio e da Mattei e Paris, particolarmente deprecabile perché soggetti appartenenti alle Istituzioni, che disponevano di un’attività lavorativa non solo lecita ma a presidio della sicurezza dei cittadini, integra certamente il delitto di partecipazione all’associazione» scrivono i magistrati della Dda. «Gli indagati hanno trafugato ed alterato una quantità impressionante di armi da sparo, comuni e da guerra, rifornendo da anni e per anni i loro sodali nella assoluta e totale noncuranza dell’utilizzo che, delle stesse, sarebbe stato fatto.
Addirittura Willy Bazzan spiegando come effettuava i trasporti per il padre, si fregiò di usare la borsa dei vigili del fuoco perché, così, di solito non ti fanno mai un controllo non certo perché rappresentativa dei nobili compiti d’istituto. Il rapporto che si era instaurato tra i Bazzan e Mereu era tale da fargli affermare che erano come una famiglia adesso e che erano stati varie volte a pranzo da lui anche con le rispettive moglie e fidanzata. Dopo aver parlato a lungo di Bazzan e di armi detenute, Gianni racconta che Willy - il 18 aprile 2012 - gli aveva portato, tra le altre, anche una pistola Ceretta, modello 34, del Regio Esercito, calibro 9 parabellum.
“Mi ha portato...Willy adesso... la modello trentaquattro, della Regina Italiana... Regio. È rarissima perché è 9 para, originale al massimo, rara, rara, rara, perché le facevano 7,65». Bazzan incassa e molto. In un caso 12 mila euro per 4 fucili R59 e 4 Galil. Altre dazioni parlano di 70 mila euro, ma anche altre “partite” minori. Mezze, intercettato racconta di quando Bazzan è uscito dal Ce.Ri.Mant con casse piene di carabine calibro 22 e di fucili Enfield. Ha un capannone pieno di “roba”. Ci sei mai stato?
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