Affido minori stranieri soli «Sempre più in comunità»
Sempre più minori stranieri non accompagnati affidati alle comunità, e meno alle famiglie. Con costi che triplicano e l’integrazione che cala. Parliamo dell’affido omoculturale, un progetto del...
Sempre più minori stranieri non accompagnati affidati alle comunità, e meno alle famiglie. Con costi che triplicano e l’integrazione che cala. Parliamo dell’affido omoculturale, un progetto del Comune che prevede l’affidamento dei minorenni arrivati in Italia senza genitori o tutori, direttamente alle famiglie provenienti dalla stessa area geografica e residenti a Padova. Un piano che esiste da anni, ma che la gestione degli ultimi due ha contribuito a deformare.
In circa 30 mesi, sono triplicati i numeri dei bambini assegnati alle comunità, e dimezzati quelli in affido ad un nucleo. Nel 2013, sui 52 minorenni in carico ai Servizi Sociali, 25 erano in comunità e 27 in varie famiglie disposte ad accoglierli. Nel 2016, sui 94 in carico ben 78 sono finiti negli istituti e solo 16 in casa. Un graduale cambio di marcia che ha coinciso con il periodo dell’amministrazione Bitonci. Scelta che oggi rischia di rendere delle polveriere quelle comunità (come confermato, a taccuini chiusi, da dirigenti e assistenti sociali che se ne occupano), in cui sono costretti a vivere insieme ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, ognuno con la sua storia complessa.
In più, ne risentono anche le casse di Palazzo Moroni: per mantenere un minore straniero all’interno di una comunità ci vogliono 80 euro al giorno, e quindi circa 2.400 euro mensili per ogni ragazzo, mentre nei casi di affidi familiari è previsto un rimborso di circa 500 euro al mese per chi lo ospita. «L’affido “omoculturale” ha consentito di affrontare con maggiore efficacia l’accoglienza dei minori perché ha permesso l’inserimento in un contesto più idoneo» ha commentato Lorenzo Panizzolo, ex dirigente dei Servizi Sociali della giunta Zanonato. «Purtroppo l’ultima amministrazione ha trascurato il progetto». (l.p.)
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