Gli "eroi del Veneto" in sette maxi murales
Voluti dall'assessore alla cultura Corazzari e Comitato 1866. Sinigaglia (Pd): Siamo all'idolatria leghista calata dall'alto
di Filippo Tosatto
VENEZIA. Scene di venetismo reale, un po’ tributo agli eroi della patria socialista in stile cubano, un po’ amarcord del Ventennio con il capoccione della buonanima a campeggiare su muri e palazzi. Niente da eccepire sulla scelta dei personaggi celebrati, qualche perplessità (non esclusivamente estetica) sull’impatto visivo delle gigantografie nei diversi contesti urbani. Il punto di partenza è il progetto Pax Tibi (l’allusione corre all’iconografia del leone marciano) che prevede la realizzazione di opere di “Street Art”, graffiti murari insomma, dedicate a sette protagonistI della storia veneta. Un’iniziativa, già avviata a Cittadella, che coinvolgerà progressivamente tutte le province, corredata da tre video riassuntivi realizzati da bambini della scuola primaria tra i cinque e i dieci anni.
Così la galleria degli “eroi” comprende figure celeberrime - Andrea Palladio e Antonio Canova, Galileo Galilei e Marco Polo - per includere via via il navigatore e geografo vicentino Antonio Pigafetta; Arturo Ferrarin di Thiene, l’aviatore che per compì la prima transvolata Roma-Tokyo ed il padovano Bartolomeo Cristofori, l’inventore del “fortepiano” che anticipò il moderno pianoforte.
La sortita non è estemporanea; benedetta dal presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti (che non ha mai fatto mistero di sognare l’«autodeterminazione del popolo veneto»), reca la firma dell’assessore regionale alla cultura, il leghista Cristiano Corazzari, e del Comitato 1866, l’associazione presieduta dalla giovane bassanese Ilaria Brunelli - già candidata indipendentista nella Lista Zaia - che contrasta la lettura «ufficiale» dell’annessione del Veneto al Regno d’Italia e, nel 150° anniversario dell’evento, nega la legittimità del Plebiscito e si propone un’operazione di «rivisitazione storica dei fatti senza nostalgie e nel segno della verità». Con un retropensiero lampante: la “piccola patria veneta” ha un passato glorioso, è figlia della Repubblica Serenissima che dominò il Mediterraneo, non va confusa né affogata con il resto della Penisola divenuta terra di conquista dei Savoia.
«Siamo fortunati ad essere veneti, alle spalle abbiamo un lungo percorso che ha visto le nostre genti, attraverso la fatica, l’efficienza e la capacità di relazionarsi, rappresentare un’eccellenza nel mondo. È una storia meravigliosa, dobbiamo esserne consapevoli e orgogliosi», il viatico di Corazzari, raccolto perlopiù dalle amministrazioni del Carroccio: Cittadella, Campo San Martino, Oderzo, Portogruaro, Adria, Thiene, Arcole. I murales orneranno le pareti di edifici pubblici, a realizzarli saranno giovani graffitisti indicati, come da prassi, da un nome d’arte.
Tant’è. Nel torpore generale dell’opposizione nostrana, tra i pochi a cogliere la novità “visiva” c’è il consigliere regionale del Pd Claudio Sinigaglia: «Siamo all’idolatria calata dall’alto, quasi un’eredità della stagione mussoliniana. Dopo il socialismo, arriva il leghismo reale. Vorrei sapere se il governatore Zaia è a conoscenza di questa iniziativa e se la condivide. La promozione dei murales è apprezzabile in una dinamica di riqualificazione urbana, in questo caso invece funge da stampella ad un revisionismo storico infondato e fazioso». «Forse, tra le proposte culturali di questa amministrazione, i graffiti R rappresentano il meno peggio», fa eco il dem Graziano Azzalin «ma questo la dice lunga circa lo spessore del leghismo al potere».
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