C’è la crisi, le offerte sono in calo e fare restauri diventa difficile
Non sono anni facili, per la Veneranda Arca del Santo. Non sono anni d’oro neanche per la basilica. Le offerte dei devoti e dei pellegrini non sono più quelle di una volta e amministrare un...

Non sono anni facili, per la Veneranda Arca del Santo. Non sono anni d’oro neanche per la basilica. Le offerte dei devoti e dei pellegrini non sono più quelle di una volta e amministrare un patrimonio enorme e prezioso come quello dell’intero complesso dei frati costa cifre difficili perfino da stimare. Lo ha ammesso qualche giorno fa anche il delegato pontificio monsignor Tonucci, nella prefazione del libro che riassume l’attività dell’Arca dal 2011 al 2016. E ammettendo che «le condizioni economiche, con la crisi che continua ad affliggere il mondo intero, hanno pesato negativamente sulle possibilità di azione di un ente, come la Veneranda Arca, che ha la missione specifica di utilizzare i propri fondi per garantire la manutenzione e il normale funzionamento della basilica». I margini di manovra dell’Arca, ha aggiunto Tonucci, «sono stati garantiti dal mecenatismo di quei pochi che hanno permesso interventi di restauro necessari per conservare alcuni dei tanti capolavori che rendono il Santo uno scrigno di storia e di bellezza». Però le cifre fotografano bene le difficoltà del momento. In cinque anni l’Arca ha investito un milione e 400 mila euro: 573 mila euro nel 2011, 384 mila il secondo anno, 88 mila nel 2013, 190 mila nel 2014, 146 mila nel 2015 e 125 mila nell’ultimo anno. Cifre sempre in calo, tranne in un caso, a conferma delle difficoltà trovate nel reperire risorse. Interventi come quello sulla facciata (246 mila euro) o sui tetti (88 mila euro) o la messa in sicurezza dopo il terremoto (63 mila euro) hanno costi elevatissimi. E la lista dei lavori necessari è sempre lunga.(cric)
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