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De Amicis, crollo annunciato: due anni fa gli alunni scrissero al sindaco

Una lettera in cui segnalavano i problemi della loro scuola. Bitonci non ha mai risposto. La Procura ha aperto un’inchiesta. Da oggi lezioni spostate alla Donatello

di Elvira Scigliano
2 minuti di lettura

PADOVA. Il crollo, lo spavento, le lacrime, le polemiche forse avrebbero potuto essere evitati. I bambini di una quarta elementare Edmondo De Amicis, due anni fa avevano scritto una lettera al sindaco Bitonci per segnalare le criticità della loro scuola.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Giù il soffitto, paura a scuola. Alunni salvati dalla maestra]]

Lettera alla quale nessuno ha mai risposto. Lettera che, oggi, pesa come la cronaca di un crollo annunciato.

LA LETTERA A scriverla, a fine ottobre 2014, erano stati gli alunni che per un anno intero avevano frequentato la stessa classe dove sono crollati i sei pannelli del controsoffitto. I bimbi avevano spedito al sindaco una relazione dettagliata: crepe alle pareti, un buco nella recinzione esterna, inciampi pericolosi in giardino, il corrimano traballante. Tanti “difetti” per evidenziare che la scuola avrebbe avuto bisogno di un check approfondito: «Egregio Signor Sindaco», c’è scritto nella missiva. «Siamo gli alunni della classe quarta della scuola primaria De Amicis di Padova. Le scriviamo per metterla al corrente dei “difetti” del nostro edificio scolastico, nella speranza che lei se ne occupi». E via di seguito un lungo elenco di criticità: «crepe alle pareti; il giardino è piccolo e senza erba e perciò si solleva un sacco di polvere che noi respiriamo; presenta buche, radici e sassi sporgenti che ci fanno inciampare; il cancelletto non si chiude e la rete è bucata in più punti», con il rischio che qualche bambino in un attimo di distrazione si trovi in strada. E ancora: «le finestre non si chiudono bene e quindi d’inverno entra il freddo; le tapparelle e porte sono vecchie e rotte; le luci saltano in continuazione; la palestra è piccola e il cibo non sempre gradevole». Anche un’attenzione particolare al compagno in carrozzina: «Non può raggiungere tutti gli spazi della scuola». Quella lettera inviata all’attenzione del sindaco, nata come esercizio stilistico, è stata infine spedita e a deciderlo è stata la maestra «viste le annotazioni pertinenti dei ragazzi», spiega l’insegnante, «abbiamo pensato d’inviarla davvero. La verità è che la scuola è fatiscente e non a norma».

L'INCHIESTA Un crollo che non può passare inosservato per l’autorità giudiziaria. Il capo della procura, Matteo Stuccilli, ha aperto un’inchiesta sia pure senza indagati e solo conoscitiva, almeno per ora. Non a caso ha delegato una serie di accertamenti tecnici al Comando provinciale dei carabinieri che, subito, si è attivato. L’obiettivo è acquisire, oltre ai rilievi tecnici, il materiale documentale necessario per ricostruire l’accaduto. E per verificare se ci siano (o meno) ipotesi di reato. Solo in quest’ultimo caso potrebbe essere affidata una consulenza a un esperto.

TRASFERITI Scuola fatiscente: oggi è sotto gli occhi di tutti. I bambini, circa un centinaio distribuiti in cinque classi, da stamattina (mercoledì) si trasferiranno dalla De Amicis, in via Citolo da Perugia, alla media Donatello in via Pierobon (con un pulmino messo a disposizione del Comune). La loro scuola sarà un cantiere per almeno tre settimane (l’amministrazione ipotizza anche un mese): il tempo delle verifiche statiche e di tenuta, ma anche di sostituire tutto il controsoffitto. «È stata una mattinata intensa», si sfoga la dirigente, Lucia Marcuzzo, «ho dovuto avvisare cento persone (i genitori di tutti i bambini della scuola) del cambiamento di sede che sarà operativo da questa mattina». Perché la Donatello? «Abbiamo scelto la media dell’Arcella perché sono dirigente anche nel Quinto Istituto Comprensivo e ho potuto mettere subito a disposizione gli spazi per non far perdere altri giorni di scuola agli studenti. Ho già fatto la mia parte e continuerò per tutto quello che mi compete».

Ieri (martedì) in via Citolo da Perugia c’erano già gli operai del Comune, la porta era chiusa a chiave e a presidiare c’erano le bidelle. Mentre, contemporaneamente, in via Pierobon venivano consegnati banchi e sedie. Per il momento accatastati in attesa di individuare gli spazi che da oggi saranno dedicati ai più piccoli.

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