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Bitonci aumenta l'affitto, chiude il centro di cultura Fusion Art Center

L'associazione no profit saluta con una lettera: "L'arte e la musica giovane non possono affrontare questi nuovi costi"

2 minuti di lettura

PADOVA. Un altro spazio culturale viene costretto a chiudere dall'amministrazione Bitonci.

Lo spazio negato. Succede alla Sacra Famiglia dove in uno spazio della Fornace Carotta c'era il Fusion Art Center, uno spazio di cultura giovanile che ha saputo offrire arte, musica, poesia sempre con grande eleganza e attenzione alle avanguardie, ai giovani che si affacciano nel mondo della cultura con difficoltà.

Eppure la giunta Bitonci ha trovato il modo di chiudere anche questo spazio, in un modo semplice: è stato stabilito un nuovo costo d'affitto così alto da non permettere a nessuna associazione culturale di esistere.

Certo, le corse folcloristiche in Prato della Valle, i mercatini vari del centro, le imitazioni delle giostre francesi, i banchetti natilizi vivono sempre: dove c'è birra e panini da vendere si può fare finta che ci sia anche cultura. Ma l'idea di una città trasformata in una provinciale sagra permanente non trova fortunamente tutti d'accordo. 

Il Fusion Art Center della Sacra Famiglia dice addio alla città, dunque, con una lettera che pubblichiamo per intero.

La lettera d'addio. "Il 29 Luglio 2016, dopo svariati incontri e scambi tra noi e l’istituzione pubblica, abbiamo dovuto iniziare lo sgombero dell’ala sud della Fornace Carotta, la nostra sede, si, proprio quella. Quella con tutti i salottini, i concertini, le mostre, i talk, i festival sul piazzale, gli eventi nel tunnel, gli incontri, le chiacchiere degli ultimi rimasti ad aiutarci con le sedie fino a notte, il teatro intubato, i divani fuori con la gente e gli artisti dentro le vetrate, le cene improbabili, i bigliettini di incoraggiamento del quartiere, il pianoforte dipinto, i corsi e laboratori la mattina, quelle cose li. Diciamo che “abbiamo dovuto”, non perché ci abbiano obbligato, ma perché le condizioni favorevoli che per un anno ci hanno permesso di riempire di arte, musica, convivialità, scoperte, collaborazioni quel luogo bellissimo, lasciato al sotto-utilizzo per anni e destinato allo stesso destino, non esistono più. Un’ordinanza che molte associazioni della città conosceranno e soffriranno già, vuole la “valorizzazione” economica di tutti gli spazi pubblici del paese, che detta così sembra una bella cosa, peccato che non faccia i conti con la realtà. L’affitto dello spazio (non tutto, solo il portico sud) per il periodo di un’anno, è troppo alto per qualsiasi associazione no-profit e spesso i bandi per i progetti culturali, come quello vinto da noi, non coprono le spese relative all’affitto di una sede. L’obiettivo del nostro impegno è sempre stato quello di fare da “apriporta” per quel luogo, che così ha visto incontrarsi e lavorare insieme numerose associazioni e persone che altrimenti avrebbero dovuto pagare un affitto elevato per utilizzarlo, consapevoli che la bella possibilità ricevuta dovesse essere una ricchezza per tutti. Ora gli spazi sono tornati vuoti, lontani dall’essere a rischio aggregazione o rivitalizzati come bene comune. Ci dispiace, perché anche se il Fusion Art Center continuerà a esistere altrove, abbiamo investito molta energia e passione in quel luogo, che a sua volta ci ha accolto e incoraggiato, a partire dal quartiere Sacra Famiglia, da chi ci abita e chi ci lavora".

 

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