In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Gara truccata alle Terme, ecco come si è arrivati ad altri quattro arresti

«Se vince Luca Claudio fasemo spolveron i prossimi cinque anni»: così diceva Maurizio Spadot, capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Abano, prelevato martedì mattina dalla Guardia di Finanza

di Enrico Ferro
2 minuti di lettura
L'arresto di Maurizio Spadot 

ABANO. «Se vince Claudio guarda che fasemo spolveron i prossimi cinque anni». Maurizio Spadot, capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Abano, era eccitato all’idea che il sindaco Luca Claudio potesse essere rieletto.

Avrebbero fatto faville?

Era sicuro che nei successivi cinque anni avrebbero fatto faville insieme. Quando ieri mattina all’alba si è trovato davanti i militari della Guardia di finanza di Padova gli è crollato il mondo addosso. Il dirigente del municipio di Abano, 62 anni, è stato arrestato con l’accusa di corruzione e turbativa di gara. In carcere insieme a lui è finito l’imprenditore Luciano Pistorello, 52 anni, già ai domiciliari in seguito al primo blitz delle Fiamme gialle, quello del 24 giugno scorso nel corso del quale è stato arrestato il sindaco Luca Claudio.

L'appalto.

Stavolta avevano messo le mani su un appalto da tre milioni di euro finanziato dalla Regione Veneto per la riqualificazione ambientale di un’area un tempo adibita a discarica. L’appalto è stato assegnato il 30 maggio scorso alla ditta Pistorello Spa, ed è stato praticamente l’ultimo atto di Luca Claudio sindaco prima della riconferma alle urne e dell’arresto. Dietro quell’aggiudicazione ci sono mesi di peripezie di due dirigenti comunali, dell’imprenditore titolare della ditta e di un professionista di questa azienda usato come intermediario. Oltre a Spadot e Pistorello, entrambi in carcere, in questa melma sono rimasti invischiati anche Guido Granuzzo, 61 anni, responsabile dell’Ufficio Viabilità e Ambiente del Comune di Abano (ora si trova ai domiciliari nella sua casa di via Romana 25 ad Abano) e Luciano Di Caro, 55 anni, ingegnere della Pistorello (colpito dalla misura dell’obbligo di dimora a Padova). Nel corso della mattinata eseguite le perquisizioni a 11 indagati.

I ruoli.

Nel sistema creato da “mister 15%” funzionava così: per ottenere appalti pubblici le aziende dovevano pagare. Il sindaco dei record Luca Claudio nell’ordinanza firmata dal gip Margherita Brunello viene dipinto come il grande regista, colui che dettava i tempi e i modi. Per fare questo, però, aveva bisogno anche di collaboratori disposti a chiudere entrambi gli occhi di fronte a questo sistema a base di tangenti. Il capo dell’Ufficio tecnico Maurizio Spadot si era spinto anche oltre. Era in grossa difficoltà economica e aveva smesso di pagare le rate del mutuo per la sua casa da 300 mila euro. L’immobile era stato pignorato e rivenduto a febbraio 2016. Il dirigente comunale, adoperandosi per far vincere l’appalto dell’area da bonificare alla ditta Pistorello, aveva chiesto all’imprenditore di ricomprargli la villa o eventualmente di acquistarne una nuova. «Io ho dei cagnolini e ho bisogno di uno spazietto» fa presente Spadot intercettato al telefono. «Ah se hai dei cani ci vuole un giardino» gli risponde l’imprenditore. Da gennaio a maggio ne combinano di tutti i colori, specie dal momento in cui arrivano le offerte delle aziende concorrenti. Claudio continua a chiamare Spadot per chiedergli conto dell’andamento della gara d’appalto. Il dirigente, a sua volta, coinvolge il collega Guido Granuzzo. Aprono le buste, modificano le offerte, fanno carte false coinvolgendo persino un funzionario dell’ufficio Ambiente della Provincia. Granuzzo lo tempesta di telefonate chiedendogli una dichiarazione in grado di certificare la validità del progetto di Pistorello. Nonostante l’offerta dell’azienda sia non solo poco competitiva nei confronti delle altre ma anche carente dal punto di vista formale, riescono ad aggiustarla fino a renderla vincente. Si riuniscono escludendo gli altri membri della commissione, ritoccano gli importi, aggiungono documentazione. Nella fase di “aggiustamento” dei conti compare in scena anche Luciano Di Caro, uomo di fiducia di Pistorello. Questo accade nonostante tutti fossero ben consapevoli del fatto che, ormai da un anno, la Finanza stava indagando sulle tangenti ad Abano.

 

Un dipendente denuncia.

In questo contesto c’è un solo dipendente comunale che abbatte il muro di omertà perché si rende conto che forse le mura della fortezza stanno per crollare. Senza farsi vedere dal suo dirigente fotografa le offerte presentate dalle aziende prima della modifica e consegna tutto ai finanzieri del tenente colonnello Luca Lettere. «Sapevo che stavate facendo indagini e volevo cautelarmi» ha ammesso durante l’interrogatorio.

e.ferro@mattinopadova.it

©RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori