Debora Sorgato, lettera dal carcere a Pomeriggio Cinque
Un lungo sfogo della donna accusata dell'omicidio di Isabella Noventa: "Due volte vedova, ho partorito a 30 settimane: e ora mi definiscono un mostro"
Alice Ferretti
PADOVA. "Questa sono io...Definita un mostro!" Si conclude così, con un punto esclamativo, la lettera che dal carcere Debora Sorgato avrebbe mandato alla trasmissione di Canale 5 'Pomeriggio Cinque', letta in studio da Barbara D'Urso. La sorella di Freddy, arrestata con l'accusa di aver preso parte all'omicidio di Isabella Noventa, nella lettera scritta in stampatello e lunga due facciate, ha raccontato la sua vita, il suo ruolo di madre, il suo dolore e i suoi silenzi.
"Scrivo questa missiva perché trovo giusto e umano poter dire anch'io la mia verità in questa bolgia di parole e cattiverie dette pubblicamente nei miei confronti", scrive Debora. "Ho dovuto affrontare ogni genere di avversità lasciando agli altri l'onere di giudicare, rinchiudendomi nei miei silenzi anche se dentro di me il dolore urlava".
E ancora: "I miei silenzi a volte possono essere scambiati per affermazioni ma nessuno ha mai pensato che fosse insicurezza o semplicemente rassegnazione....Chi conosce il dolore ne riproduce l'eco per tutta la vita".
Poi Debora racconta di essere rimasta vedova due volte, a 28 e a 32 anni, quando era anche incinta. Di aver partorito dopo appena 30 settimane, di essere stata un mese in ospedale, di aver cresciuto da sola il figlio con l'aiuto della sua famiglia. "Non è semplice fare la madre e il padre, ma fino ad ora ce l'ho messa tutta e continuerò a farlo finché ci sono".
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