Ecofficina si aggiudica Prandina e Bagnoli
Ieri in Prefettura l’assegnazione del bando per i due hub di prima accoglienza L’altra coop che partecipava è stata esclusa per mancanza dei requisiti
di Luca Preziusi
Ecofficina Educational si è aggiudicata la gestione dell’accoglienza dei profughi alla Prandina e a Bagnoli fino alla fine dell’anno. Con un’offerta di 31,90 euro a ospite, la stessa cooperativa che già si occupa dell’ospitalità dei richiedenti asilo di entrambe le sedi, ha vinto il bando predisposto dalla Prefettura per gestire i prossimi 500 posti disponibili. Complice l’esclusione - per mancanza di requisiti tecnici o irregolarità della domanda - dell’unica altra cooperativa partecipante, Senis Hospes, e la Tre Fontane, legate al gruppo La Cascina, Ecofficina otterrà così circa 4,3 milioni per il lavoro che si appresta a svolgere, che vanno ad aggiungersi a quelli già ottenuti dai precedenti bandi. Ieri pomeriggio in Prefettura c’è stata l’apertura delle buste e la comunicazione dell’esclusione della cooperativa romana, che dopo essere stata coinvolta nell’inchiesta “Mafia Capitale” aveva cambiato tutti i vertici. Alla presenza del presidente della commissione Aldo Luciani, il Rup (responsabile unico del procedimento) Mauro Tognazzo, e degli altri componenti Emanuela De Gregorio, Valeria Gaspari e Tiziana Quintario, è stata rivelata la proposta presentata da Ecofficina, che partendo da una base d’asta di 33 euro per ogni richiedente asilo, ha avanzato una richiesta di 31,90 euro. Essendo, a quel punto, l’unica proposta ammissibile, la commissione ha affidato alla cooperativa la gestione dell’accoglienza, ma non della struttura, di cui si occuperà invece la Prefettura (il primo bando prevedeva entrambe e infatti la base d’asta era superiore: 35 euro). Presenti all’apertura delle buste anche due rappresentanti della cooperativa esclusa, già informati dei fatti, che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni sulle motivazioni della loro estromissione, e hanno subito abbandonato Palazzo Santo Stefano. Se sulla testa della “Cascina” c'è la macchia di “Mafia Capitale”, anche su quella di Ecofficina, nell’ultima settimana, è esplosa una bomba. Proprio tre giorni fa, Sara Felpati, componente del consiglio di amministrazione (moglie di Simone Borile, ex vice presidente della Padova Tre Srl) e Gaetano Battocchio, vicepresidente del cda di Ecofficina, sono finiti sul registro degli indagati per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e maltrattamenti. Nello specifico, alla cooperativa viene contestata la mancata vigilanza sulla gestione dei profughi all’hotel Maxim e negli alloggi di via Rosa a Montagnana, dove non sarebbero state rispettate le prescrizioni della Prefettura. Intanto proseguono i controlli nelle case che ospitano stranieri da parte del sindaco Massimo Bitonci: negli ultimi mesi ha prodotto 104 sopralluoghi negli appartamenti per accertare i requisiti igienico sanitari e di sicurezza per rilascio dell’idoneità, 46 quelli irregolari. «Non voglio un’altra via Anelli e voglio evitare la speculazione che potrebbe nascere dal business degli alloggi. A differenza della Prefettura noi continueremo a fare controlli a tappeto» ha dichiarato.
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