Padova crea il pancreas artificiale
Progetto dell'Università: fornirà la giusta quantità di insulina evitando conteggi ai pazienti
Cristina Chinello
PADOVA. È padovano il pancreas artificiale: il dispositivo che libera le persone affette da diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) da continui calcoli e controlli, è realtà e porta la firma dell'Università di Padova. Al progetto, avviato un anno fa con i primi test sui pazienti, collaborano le ingegnerie biomediche di Padova e Pavia per il software di controllo (un algoritmo, cioè un programma di calcolo caricato su un dispositivo simile a un telefono cellulare) e le diabetologie dell'università di Padova, Montpellier (Francia) e Amsterdam (Olanda). Coordinatori sono la dottoressa Daniela Bruttomesso, dirigente medico della Divisione malattie del metabolismo dell’Azienda Ospedaliera di Padova e Claudio Cobelli, professore di Ingegneria biomedica al Bo.
Il pancreas artificiale è un dispositivo tecnologico composto da una pompa per l'iniezione dell’insulina, più un glucometro per calcolare i valori della glicemia nel sangue, più il software appositamente messo a punto e caricato sullo speciale smartphone (che non può telefonare né collegarsi a internet). L'innovazione sta nella totale autonomia decisionale del pancreas artificiale sulla quantità di insulina da rilasciare, nonché negli avvisi in caso di ipoglicemia.
«Il primo test», riassume Cobelli, «ha coinvolto una trentina di pazienti che per due mesi hanno indossato il pancreas artificiale dalle 20 alle 8. La notte è il momento più delicato per i diabetici di tipo 1, perché in caso di forte ipoglicemia può subentrare il coma diabetico e la morte».
I risultati di questo studio (pubblicati una decina di giorni fa su Lancet) parlano di notevoli miglioramenti sulle persone monitorate. «I pazienti si sentono molto più liberi», conferma Bruttomesso, «i continui calcoli per la somministrazione di insulina in quantità adeguata sono delegati al pancreas artificiale, con notevole aumento della qualità della loro vita. Siamo di fronte a una svolta epocale nella terapia del diabete di tipo 1».
Il pancreas artificiale non è ancora in commercio: per arrivarci ci vorranno altri due o tre anni di ricerca.
I commenti dei lettori