Zanonato in missione nei campi profughi dell'Ungheria
L'europarlamentare padovano, assieme altri due colleghi e quattro parlamentari dem, critica la gestione del problema del governo Orban
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PADOVA. L'ex sindaco Flavio Zanonato, europarlamentare del Pd, ha visitato i campi profughi al confine tra Ungheria e Austria e tra il paese magiaro e la Croazia, assieme a altri due europarlamentari del Pd Silvia Costa, Nicola Danti, e a quattro parlamentari dem Sandra Zampa, Laura Garavini, Mauro Del Barba, Roberto Cociancich. In Ungheria hanno incontrato i rappresentanti delle Ong e hanno visitato il villaggio ungherese di Hegyeshalom e il posto di frontiera austriaco di Nickelsdorf.
“La politica dello scaricabarile del Governo ungherese sui rifugiati è inaccettabile e sta aggiungendo difficoltà e sofferenze inutili in una situazione al limite che, con l'arrivo dell'inverno e l'esaurimento delle scorte delle Ong, rischia di peggiorare nelle prossime settimane”, è il commento di Zanonato e degli altri europarlamentari.
“La barriera di filo spinato sul confine tra Serbia e Ungheria – hanno detto - ha semplicemente allungato il viaggio dei rifugiati, che devono passare attraverso i campi minati croati, e hanno reso più difficile il lavoro di assistenza delle organizzazioni umanitarie. L'affermazione del premier Viktor Orban di rispettare le normative europee non corrisponde alla realtà: i rifugiati che entrano dalla Croazia vengono semplicemente caricati sui treni e fatti scendere a Hegyeshalom, a tre chilometri dal confine austriaco di Nickelsdorf, dove le persone devono continuare a piedi. Questa mattina a Hegeyeshalom sono arrivate già 1600 persone con un treno e in giornata si attendono altri dieci treni. Con le nuove leggi volute da Orban i volontari possono soccorrere i feriti solo quando sono segnalati dalle forze dell'ordine e la Croce Rossa Ungherese lamenta che il Governo ungherese non vuole dare le risorse per permettere di acquistare le attrezzature per l'inverno. Le autorità austriache invece stanno lavorando bene per gestire i flussi, ma c'è il rischio che la chiusura del confine tra Ungheria e Crozia provochi un altro dirottamento dei rifugiati verso la Slovenia e questo, insieme all'abbassamento delle temperature, rischia di peggiorare la situazione radicalmente nelle prossime settimane. L'Unione europea deve vigilare sul rispetto dei diritti umani”.


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