Proprietaria di 90 anni non riesce a riavere la casa
Ha affittato l’alloggio a una donna marocchina che ha perso il lavoro e non paga. Sfratto esecutivo: interviene l’ufficiale giudiziario, ma i centri sociali lo bloccano
Alice Ferretti
ARCELLA. L’emergenza abitativa documentata dalle telecamere di Striscia la Notizia ieri mattina a Padova. Il giornalista Moreno Morelli ha raccontato la storia di un tentativo di sfratto. Il caso è uno dei tanti che si stanno verificando in questo periodo: piccoli proprietari che non percepiscono l’affitto da mesi, o anche anni, e inquilini morosi che spesso hanno perso il lavoro e non hanno di che pagare l’affitto. L’appartamento in questione è al primo piano di una palazzina di via Liberi.
I protagonisti sono così schierati: da una parte una donna di 90 anni, Lina Cozza, la proprietaria di casa, che senza pensione come unica rendita ha l’affitto di quell’appartamento, e il nipote, Andrea Migotto, che vuole aiutare l’anziana zia a riprendersi la casa. Dall’altra gli occupanti morosi, una donna marocchina di 36 anni, Naima, che vive nella casa di via Liberi con la figlia di un anno e mezzo e che ha perso il lavoro. Nel mezzo i membri del Comitato Lotta per la Casa.
Ieri mattina erano tutti presenti per lo sfratto esecutivo, arrivato al terzo accesso. All’arrivo dell’ufficiale giudiziario però i membri del comitato in un cordone davanti all’entrata hanno bloccato lo sfratto, che alla fine dopo qualche momento di tensione è stato rinviato a giugno. «Mia zia ha il diritto di riprendersi casa sua», spiega arrabbiato Andrea Migotto. «È un’indecenza che una donna di 90 anni debba vivere di stenti senza la possibilità di pagarsi adeguate cure mediche perché una casa di sua proprietà è occupata abusivamente».
La famiglia marocchina è nella casa di via Liberi da due anni e mezzo, di cui l’ultimo senza pagare l’affitto. «Ho perso il lavoro e non so dove andare», dice Naima. «Sono in lista per le case popolari ma per ora non mi hanno chiamata e quindi finché posso rimango qua». E così la situazione non si sblocca. Rimane una delle tante, a Padova come in altre città italiane. Continui sfratti e continui rinvii. Un sistema che purtroppo sembra ormai essere collaudato.
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