Biennale College in Musica tra comicità e surrealismo
Venezia: stasera al Teatro Piccolo Arsenale quattro operette da 12 minuti In scena i pupi siciliani, la donna cannone con figlia anoressica e le pene d’amore
di Massimo Contiero
VENEZIA. Non molto tempo fa alla Biennale si potevano vedere opere di teatro musicale di Kagel, De Pablo, Rihm, Asperghis, ma i crescenti limiti finanziari del settore Musica hanno reso sempre più difficile allestire opere di questa importanza. Per riuscire comunque a coprire anche questo versante si è puntato sui giovani con l’iniziativa Biennale College, analogamente a quanto fatto per il settore Cinema.
Una call internazionale ha richiesto opere di 12 minuti di argomento comico, parodistico o surreale per un organico strumentale composto di clarinetto, sassofono, fisarmonica, tastiere e percussioni (L’Ex Novo Ensemble diretto da Filippo Perocco). Il cast vocale di dieci cantanti messo a disposizione è stato selezionato con audizioni tra i migliori talenti dei conservatori. Il progetto è stato illustrato in una conferenza stampa da Paolo Baratta e Ivan Fedele. I quattro compositori sono stati seguiti da diversi tutor, fra i quali David Moss, Claudio Ambrosini e Fedele stesso. I limiti imposti hanno aguzzato la creatività e affinato il mestiere dei giovani musicisti. I risultati sono molto diversi tra loro, sia dal punto di vista musicale che drammaturgico: si usa il dialetto siciliano, ci sono animali in scena e perfino una donna cannone affidata a una voce di baritono. I quattro registi (anch’essi molto giovani) hanno presentato le situazioni cui ci si troverà davanti. Antonio Di Marca ha spiegato che il titolo “O-X-A” di cui è regista e librettista (la musica è di Antonio Accursio Cortese) si deve leggere “O-per-A”. X è anche la croce con la quale i pupari siciliani reggono i fili per animare i pupi. Allo stesso modo un operaio ha un rapporto di subordinazione con il suo padrone nella società industriale. Alberto Oliva ha descritto il conflitto tra una madre grassissima e una figlia anoressica che vedremo in “Magen Zeit Opera”, musica di Gabriele Cosmi e libretto di Michelangelo Zeno. Il rimando è alla Zeitoper della repubblica di Weimar. “The Mith of Homo Rudolfensis”, del compositore isaraeliano Yair Klartag su libretto di Yael Sherril, ha una tesi anticipata dalla regista Franziska Guggenbichler: questo nostro progenitore, l’Homo Rudolfensis, sensibile e onesto, non ha avuto esistenza lunga perché sopraffatto dall’Homo Habilis, più spregiudicato. Chiuderà la serata “Tre cose (a caso) sull’amore” di Claudio Gay, drammaturgia di Laura Tassi e regia di Chiara Passaniti. Corteggiamento, passione e crisi con coppie storiche protagoniste. Dal punto di vista dell’interesse la scommessa è stata vinta: questa sera le quattro “pocket opera” saranno rappresentate in un Teatro Piccolo Arsenale tutto esaurito.
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