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Buoni propositi per la primavera: otto piccole sfide per uscire dalla propria comfort-zone

Foto di Kyle Sudu su Unsplash
Foto di Kyle Sudu su Unsplash  
Mettersi in gioco con piccole sfide è un modo per lasciarsi alle spalle la fiacca, esplorare le proprie potenzialità e aprire nuovi orizzonti. Ecco qualche idea per iniziare a farlo ora
4 minuti di lettura

Buoni propositi del nuovo anno, addio: da tempo la scienza conferma che la wish list con tutto quel che vorremmo fare, e soprattutto diventare, viene abbandonata subito dopo le Feste. Meglio adottare un approccio diverso e considerare ogni giorno come un’occasione per introdurre quei cambiamenti a cui aspiriamo. Partire da scelte contro-intuitive, come i rischi in piccolo formato, è un modo per dare una nuova direzione alla nostra vita.
“Assumersi un rischio è la chiave per prendere l’iniziativa, per imparare, per scoprire chi siamo veramente”, ha scritto Kayt Sukel, la giornalista americana specializzata in neuroscienze e autrice di “The Art of Risk: The New Science of Courage, Caution, and Chance” (L’arte del rischio: la nuova scienza del coraggio, della cautela e della possibilità, ndr), un libro che non passa mai di moda.

Per comprendere l’importanza del risk-taking bisogna risalire al suo ruolo nella nostra evoluzione: il rischio, come dimostra la propensione degli adolescenti ad assumerne, è funzionale al processo di apprendimento. Per i più giovani, infatti, la vita è una serie di esperienze eccitanti, ma le cose cambiano con la maturità: “Lo dico per esperienza personale, quando ho smesso di mettermi in gioco perché le necessità contingenti, come il divorzio, il mutuo, i figli, mi imponevano di assumere un atteggiamento di maggiore responsabilità, è stato come se la vita avesse perso la sua magia”, commenta Sukel. Una sensazione conosciuta, quel senso di fiacca che sembra gravare come cappa sulle giornate della vita adulta.

A questo punto, va chiarita una cosa: cosa si intende esattamente per rischio? “Rischio è prendere una decisione di cui non si conosce il risultato”, risponde Sukel. “Poiché nella vita c’è veramente poco di garantito, ogni decisione che prendiamo è un rischio”. Semplice da implementare, il micro-dosing del rischio sfata i miti consolidati sulla nostra persona e sulla nostra storia, aumenta la fiducia in noi stesse e restituisce entusiasmo alle nostre giornate. “Il rischio migliora tutti i parametri dell’autovalutazione e poiché apre nuove prospettive, allarga il campo delle nostre possibilità”, conclude Sukel. Considerato che, alla fine, il rischio maggiore è di non prendere alcuni rischio, ecco otto piccole sfide per uscire dalla propria comfort-zone.

Otto mini-risk per uscire dalla propria comfort-zone

1. Chiedere aiuto
In una società che pone grande valore sull’indipendenza, chiedere aiuto è considerato una dimostrazione di debolezza. Ma proiettare l’immagine della persona che non ha bisogno di nessuno è un compito gravoso auto-inflitto, oltre a un tradimento della nostra natura. Come specie, infatti, ci siamo evoluti in relazione alle altre persone, da qui il senso di isolamento ed esaurimento che proviamo nell’indossare una corazza di autonomia. Chiedere aiuto o anche semplicemente lasciarsi aiutare in famiglia o sul lavoro favorisce connessioni profonde e significative ed emozioni positive in entrambe le parti coinvolte.

2. Rimettersi in contatto con una vecchia amicizia
Abbiamo tutti amici e conoscenti che, con il tempo, abbiamo perso di vista. Spesso si tratta di persone protagoniste di stagioni importanti della nostra vita. Anche se con il tempo si cambia e ci si allontana, qualcosa ci ha legato. Riprendere contatto può intimorire, ma la verità è che abbiamo paura di vederci rifiutati. Mandare un messaggio, prendere in mano il telefono è un po’ come saltare da un’altezza, ma farlo è esilarate. E i benefici, quando si tratta di amici, superano ogni volta i rischi.

3. Ammettere di aver sbagliato
Temiamo di avere torto, fatichiamo ad ammettere anche con noi stessi la nostra parte di responsabilità. In certi casi, avere ragione diventa quasi un obiettivo in se stesso. Invece, assumersi responsabilità nel caso di un dissapore favorisce la scoperta di nuovi orizzonti nella relazione e libera le parti dalla necessità di costruire un muro attorno alle proprie opinioni. Riconoscere un errore, inoltre, è un modo per lasciare andare, per alleggerire il peso psicologico di un confronto difficile e affrontare le giornate con più serenità.

4. Fare la doccia fredda
Se la temperatura è ancora rigida, al mattino, può sembrare contro-intuitivo, ma il freddo è un alleato prezioso che stimola la produzione di adrenalina, dopamina, “accende” la mente, il metabolismo, migliora l’umore e, in definitiva, aumenta il nostro livello di energia. Ridurre progressivamente la temperatura dell’acqua della doccia fino a terminare con un getto più freddo può diventare un’abitudine rinvigorente. Uscire dalla propria zona di comfort, inoltre, ci può far scoprire non solo che apprezziamo l’effetto energizzante dell’acqua fredda, ma che possiamo metterci in gioco anche in altri ambiti.

5. Rivelare qualcosa di sé al proprio partner
Nelle coppie ci sono molti non detti, silenzi che non significano necessariamente bugie, ma comunque spazi inesplorati. Pensare di illuminare questi angoli bui, in molti casi, toglie il fiato. Fare un passo verso il proprio il partner, raccontare un pensiero, un’esperienza, un desiderio mai svelati prima apre un canale di comunicazione privilegiato, invita al dialogo, rivitalizza lo stare insieme. Proprio perché svelare qualcosa di sé è una via diretta verso l’intimità, è come innamorarsi un po’ nuovamente.

6. Prendere la parola in pubblico
Fra tutte le paure studiate dai ricercatori, parlare in pubblico figura sempre ai primi posti delle azioni che spaventano. Rivolgersi ad altre persone, sentire la propria voce nel silenzio dell’ascolto intimidisce. Cogliere l’occasione, rompere il ghiaccio con uno spazio che non abbiamo mai esplorato prima o con il fatto di prendere in mano un microfono davanti a una platea piccola o grande che sia è una sensazione esilarante che porta con sé il desiderio di mettersi nuovamente in gioco.

7. Farsi dire di no
Una fra le ragioni per cui tendiamo a rimanere nella nostra comfort zone professionale è la paura di vedere rifiutare la propria candidatura. Tendiamo a prendere un “no” in modo personale, invece di utilizzarlo come un “segnale stradale” che ci indirizza in un’altra direzione. Mettersi in gioco, rischiare, accumulare deliberatamente una serie di no alle proprie candidature non è solo un modo per avvicinarsi a un sì, ma è anche una strategia che ci rende più resilienti alla paura del rifiuto e più consapevoli delle nostre qualità.

8. Recuperare la propria creatività
Rispolverare un vecchio interesse, una passione - che sia il disegno, la danza, il canto o la pasticceria - rappresenta un atto di rottura delle abitudini, un’uscita dai percorsi consolidati della quotidianità che apre la mente, ci rasserena e, potenzialmente, ci mette in contatto con nuove persone. In ogni sua forma, inoltre, la creatività aumenta il senso di fiducia in noi stesse, crea uno spazio di silenzio dove possiamo riflettere e chiarire pensieri ed emozioni, ci solleva dallo stress delle incombenze e stimola a esplorare nuove prospettive.