Nel cortile dell'Old Royal Naval College di Greenwich a Londra, sul Tamigi, in una cornice di monumentale simmetria è andata in scena martedì - in una cupola trasparente simile a una bolla - la sfilata primavera/estate 2023 di Alexander McQueen.
Per il brand è l'ultima sfilata nella città natale: trapela che tornerà nel calendario della fashion week parigina dalla prossima stagione. Del resto la moda sta migrando; nell'Inghilterra post Brexit con i dazi doganali appena ripristinati arrivano a fatica persino le mascherine in farmacia. Peccato, l'isola ha dato tanto alla storia recente del costume: dalla swinging London ai Naughty Nineties, quando dominavano John Galliano e, appunto, Alexander McQueen.
Il punto di partenza della collezione è stato per Burton una mostra del 2020 al Design Museum intitolata Moving to Mars che ha poi trovato il leitmotiv decorativo nell'occhio che giganteggia su tailleur e abiti da sera, una citazione di Blade Runner (dove gli occhi svolgono una funzione chiave per identificare i replicanti). Il film anticipava la domanda cardine dell'AI: cosa ci rende umani? "Non è escapismo" precisa la designer "è piuttosto un tentativo di tenersi ancorati alla realtà, nella transizione tra vecchio e nuovo".
Da una parte c'è il metodo: perfezionista fino all'ossessione. Mentre spesso ci si accontenta di quattro o cinque campioni prima di arrivare alla messa a punto del capo finito, per Burton le prove si aggirano tra le quindici e le diciassette. Poi c'è l'ispirazione: in mostra si vede un abito di Lee della collezione p/e 2007, i cui petali sono stati bagnati nel colore uno a uno, così oggi Burton ha intinto i fili di rafia che decorano i mini-dress delle sue eroine. Infine ci sono i rimandi stilistici serratissimi: nel 1992 Lee disegnò pantaloni dalla vita spericolatamente bassa (bumpster pants) per l'amica Trixie Bellair che poi ripropose nella collezione p/e 1994 focalizzando l'attenzione sulla parte inferiore della spina dorsale; nei capi che hanno sfilato questa settimana Burton ripercorre quel tema di cui il brand può vantare la paternità. E ne fa un punto d'incontenibile e autentica sensualità.