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Dreamfarm, la startup della mozzarella senza latte

Il team di Dreamfarm
Il team di Dreamfarm 
Una società benefit di Parma tenta la sfida delle alternative alle proteine animali e lancia sul mercato un formaggio spalmabile e soprattutto una mozzarella a base di pasta di mandorle
2 minuti di lettura

Più di un italiano su due li acquista con regolarità. E il 25% di chi non li ha mai assaggiati dice che lo farà presto. Parliamo dei prodotti a base vegetale, che negli ultimi anni sono letteralmente esplosi - non solo come alternativa alle proteine animali - per diversificare il regime alimentare. Per esempio, una recente indagine di AstraRicerche e del Gruppo prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food ha scoperto che il 75,5% dei consumatori conosce molto bene questi prodotti, che trova le etichette più chiare di quelli a base animale e che gli acquisti continuano a crescere: del 9,9% nel 2021, di quasi il 3% l'anno scorso. Non possono essere solo vegani e vegetariani (l'8,2% della popolazione) ad alimentarne il successo. Eppure c'è ancora moltissimo da fare in quell'ambito per raggiungere una reale sostenibilità di materie prime e processi di lavorazione. Ora sul mercato arriva una novità, anzi due. Una mozzarella e un formaggio spalmabile a base di pasta di mandorle.

 

A lanciarle la startup (e società benefit) 100% italiana Dreamfarm, di base a Parma, fondata da Mattia Sandei e Maddalena Zanoni col fondamentale apporto - come amministratore delegato - di Giovanni Menozzi, vecchia conoscenza dell'innovazione nel mondo dell'alimentazione con la sua startup di consegna a domicilio di pasti salutari, Nutribees, da cui è uscito lo scorso anno. Dopo quasi due anni di ricerca e sviluppo, al mondo delle alternative ai latticini si aggiungono dunque le proposte di Dreamfarm. Il gruppo spiega di voler "rivoluzionare il segmento delle alternative plant based al formaggio con prodotti iconici, buoni e sani: pochi ingredienti naturali, ottime caratteristiche nutrizionali e packaging sostenibile".

L'idea di fondo, oltre gli entusiasmi, è appunto tuffarsi nel segmento in grande crescita delle alternative vegetali ai prodotti caseari concentrandosi sui mercati italiano ed europeo. Al momento l'offerta è infatti ancora ridotta e si limita a prodotti che nella maggior parte dei casi sono poco bilanciati nutrizionalmente e non proprio strepitosi dal punto di vista del gusto, aspetto essenziale per garantire un futuro a queste proposte. Specialmente quando si "sfidano" capisaldi della tradizione nostrana.

I pionieri, entrambi a base di pasta di mandorle, saranno due alternative plant based allo spalmabile e alla mozzarella: quest'ultima in particolare rappresenta il fiore all'occhiello della startup che utilizza un procedimento di lavorazione innovativo e proprietario (in attesa di registrazione del brevetto) per creare, per la prima volta, questa tipologia in liquido di governo. Cioè con un siero usato per la conservazione che serve a preservarla, mantenendola sicura e sana per il consumo. "Dopo due anni di test siamo molto soddisfatti dei primi due prodotti che portiamo sul mercato, non è stato facile creare alternative plant based sane a due prodotti iconici italiani mantenendo una texture simile - spiega Sandei, che ha curato lo sviluppo fin dai primissimi giorni - a differenza di altre proposte sul mercato, spesso a base di olio di cocco e amidi modificati, abbiamo deciso di partire dalla mandorla, che è reperibile naturalmente nell'area mediterranea".

 

Una scelta che non solo concilia un gusto eccellente con pochi grassi saturi "ma ci premette di perseguire al meglio la strada della sostenibilità, che è stata per noi centrale fin dall'inizio scegliendo di costituirci come società benefit e investendo molto impegno anche sul packaging che è riciclabile o biodegradabile" aggiunge Zanoni, che segue la parte commerciale dell'azienda. "La risposta ricevuta dai nostri prodotti durante la prima uscita pubblica a Cibus ci ha dato la conferma che stiamo lavorando nella direzione giusta ed ancora più energia per diventare una delle aziende più innovative in questo settore di frontiera - conclude invece Menozzi - al momento abbiamo avviato diverse discussioni con buyer della grande distribuzione organizzata, Horeca e grandi brand 'tradizionali' che hanno fame di conoscere ed ampliare la loro offerta di prodotti plant based per i quali la richiesta del consumatore continua a crescere".