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Stati Uniti verso lo stop ai gas refrigeranti nemici dell'ambiente

Stati Uniti verso lo stop ai gas refrigeranti nemici dell'ambiente
L'amministrazione Biden propone l'eliminazione degli idrofluorocarburi (HFC) già banditi dal Kigali Amendment, accordo mai ratificato da Trump. Una mossa che basterebbe da sola a ridurre il riscaldamento globale di mezzo grado Celsius
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NEW YORK - "Se il governo gestirà bene la pratica dei gas refrigeranti, potremmo riuscire ad evitare di cuocere accidentalmente il nostro pianeta con gli elettrodomestici usati per rinfrescarlo". E’ colorato questo commento di Kristen Taddono, consigliera dell’Institute for Governance & Sustainable Development, però riassume in maniera efficace il senso della decisione appena presa dall’amministrazione Biden per eliminare gli idrofluorocarburi.

I GAS HFC. Gli idrofluorocarburi (hydrofluorocarbons, HFC) sono gas creati apposta dall’uomo per sostituire i chlorofluorocarbons (CFCs), molto usati per i frigoriferi e i condizionatori d’aria, ma poi banditi dal Montreal Protocol perché danneggiavano l’ozono. Dunque gli HFC erano nati con le migliori intenzioni di proteggere il Pianeta, rimpiazzando i CFC. Il problema è che poi si sono rivelati altrettanto dannosi, se non peggio, per l’effetto serra. Anche più del biossido di carbonio. Le prove sono così incontrovertibili, che nel 2016 erano stati banditi dall’accordo internazionale Kigali Amendment. Donald Trump però si era rifiutato di ratificarlo, e aveva annullato tutte le regole imposte in materia dal predecessore Barack Obama. Questo nonostante la devastazione prodotta dagli HFC fosse tanto evidente, che nel settembre dell’anno scorso i senatori repubblicani John Barrasso e John Neely Kennedy avevano presentato una proposta bipartisan con il collega democratico Thomas Carper, allo scopo di eliminarli nell’arco di 15 anni. Ciò avrebbe portato ad una riduzione dell’85% dei super inquinanti entro il 2036, sulla base di previsioni secondo cui l’eliminazione degli idrofluorocarburi basterebbe da sola a ridurre il riscaldamento globale di mezzo grado Celsius.

Lunedì l’Environmental Protection Agency, passata con Michael Regan sotto la guida della nuova amministrazione Biden, ha deciso di riaprire la pratica, avviando la progressiva cancellazione degli HFC. "Questa scelta - ha spiegato Regan - è ampiamente sostenuta anche dalla comunità imprenditoriale, perché aiuterà a promuovere la leadership americana nell’innovazione e la manifattura di nuovi prodotti climaticamente sicuri. In altre parole, questa azione è buona per il nostro pianeta, e per la nostra economia".

E’ il messaggio che l’inviato speciale presidenziale Kerry sta cercando di far filtrare in tutto il mondo, e inizia ad essere percepito: la transizione ecologica non è solo buona per l’ambiente, e gli esseri umani che lo abitano, ma anche per la crescita sostenibile e i posti di lavoro che può creare. Infatti anche la Cina ha promesso all’ex segretario di stato di eliminare gli idrofluorocarburi, durante la sua recente visita a Shanghai, fatta poco prima del vertice dei leader ospitato da Biden alla Casa Bianca.  

I NUMERI. Per capire le dimensioni dell’effetto, i calcoli sono presto fatti. Tra il 2022 e il 2023 l’Epa prevede di portare il consumo di HFC ad un livello che, se liberato nell’atmosfera, equivarrebbe a 269 milioni di tonnellate cubiche di biossido di carbonio, ossia le emissioni annuali di 58 milioni di auto americane. Dal 2022 al 2050, le nuove regole produrranno benefici economici per 284 miliardi di dollari.

Una volta implementate a pieno, elimineranno l’equivalente di 187 milioni di tonnellate cubiche di biossido di carbonio, cioè le emissioni annuali di un’auto americana su sette. A questo poi vanno sommati i posti di lavoro generati dall’innovazione richiesta per la transizione, oltre naturalmente al vantaggio incidentale di non cuocere il nostro Pianeta con gli elettrodomestici pensati per rinfrescarlo.