Hanno iniziato nel 2017, senza farsi notare. E per due anni si sono concentrati sullo sviluppo della tecnologia. L’idea dei canadesi di BrainBox Ai, azienda premiata da Time nel 2020 come una delle realtà più innovative nel combattere la crisi climatica, è quella di sviluppare un’intelligenza artificiale capace di aumentare l’efficienza degli impianti centralizzati di climatizzazione senza dover ristrutturare gli edifici. Un terzo dell’energia elettrica consumata nel mondo, con le relative emissioni di gas serra, viene infatti assorbita proprio dal riscaldamento. E spesso sprecata, specie negli edifici di grandi dimensioni dove è un’unica caldaia a gestire tutto. Non stiamo quindi parlando di singoli appartamenti con impianto autonomo, per quelli esistono già i termostati smart di aziende come Tado, Nest o Netatmo, ma di palazzi dove centinaia di caloriferi e condizionatori vengono regolati da impianti centralizzati che di intelligente hanno poco.
L'ascensore è gratis per chi risparmia energia
L’intelligenza artificiale raccoglie le informazioni dai singoli componenti, iniziando dai sensori di temperatura che sono spesso inseriti nei vari ambienti, regolandoli ogni cinque minuti. Ci vogliono circa tre mesi affinché il sistema capisca come e dove intervenire con esattezza alleggerendo la bolletta. E fino a quel momento BrainBox Ai non chiede alcun compenso. In seguito l'abbonamento sarà pari al 30 per cento di quanto risparmiato.
“Oggi i sistemi in uso sono completamente ciechi: producono caldo o freddo senza in base alla temperatura raccolta in quel momento”, sottolinea Ramadori. “Non hanno alcuna capacità di previsione né potranno essere programmati un domani per scegliere le quando attivarsi non solo in base ai picchi do consumo ma in relazione alla fornitura di energia da fonti rinnovabili che come sappiamo non può essere costante. Un controllo preciso permette di gestire in maniera chirurgica l’uso di energia, cosa che in futuro sarà sempre più necessaria”.
Nelle mani del termostato smart
“E’ ovvio che questo è un campo nel quale presto entreranno anche i colossi della tecnologia”, conclude Ramadori. “Ma dalla nostra abbiamo l’agilità e la velocità che è tipica delle startup”. E poi è auspicabile che nascano dei concorrenti capaci di offrire soluzioni per una climatizzazione più sostenibile, altrimenti sarà difficile riuscire a cambiare lo stato delle cose.