
La plastica recuperata dal mare trasformata in opere d'arte
Un messaggio di denuncia, attraverso l'arte e la fotografia, per raccontare quello che stiamo facendo ai nostri mari. Ogni anno tonnellate e tonnellate di plastica finiscono negli oceani: reti da pesca, cassette di polistirolo, tappi, bottiglie, monouso e centinaia di altri prodotti di plastica che danno vita al marine litter, fenomeno di inquinamento soprattutto da plastica. Per cercare di sollevare le coscienze degli italiani su questo problema, che tra pandemia e crisi climatica sembra oggi essere passato in secondo piano per l'attenzione pubblica, il Cnr-Ismar Istituto di scienze marine ha organizzato un evento online giovedì 4 marzo in cui racconterà e metterà a confronto le opere di due artiste, la fotografa inglese Mandy Barker che ha esposto a Venezia nell'ambito della mostra NET proposta dal Cnr e che da anni collabora con la comunità scientifica, e dell'artista ligure Maby Navone, scomparsa nel 2015 e pioniera dell'utilizzo della plastica recuperata da spiaggia e mare. L'obiettivo, ricorda il Cnr, è "tentare un dialogo tra arte e scienza per capire se e come il lavoro artistico possa avere un impatto sulla coscienza ambientale. L'evento è legato al progetto di ricerca MArgnet condotto da Cnr-Ismar per sviluppare soluzioni per identificare le plastiche sul fondale (mapping e modeling), recuperarle (recovering) e, soprattutto, riciclarle in carburante marino (recycling).