In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Un satellite per fiutare il metano: arriva soprattutto da impianti di petrolio e gas

Un satellite per fiutare il metano: arriva soprattutto da impianti di petrolio e gas
MethaneSat, sviluppato dall’Environmental Defense Fund, sarà lanciato da SpaceX nel 2022. Avrà a bordo lo strumento più preciso per misurare l’idrocarburo e tracciarne l’origine dovuta alle attività umane, in particolare la catena di produzione di petrolio e gas
3 minuti di lettura

Per frenare il riscaldamento globale bisogna tagliare le emissioni. Per tagliare le emissioni bisogna sapere da chi vengono emesse. Lapalissiano. Non parliamo di Paesi tutti interi, nemmeno di regioni o città. Ma singoli impianti. Sembra banale, ma non lo è. Il responsabile di un quarto dell’aumento delle temperature è il metano, prodotto dall’uomo. Cioè liberato da impianti e industrie. Non se ne parla molto, la principale indiziata è l’anidride carbonica. Ma il metano, anche se in atmosfera permane molto meno, è un gas serra molto più potente della CO2, e sul breve periodo ha effetti molto più intensi. Presto, un nuovo satellite, ci dirà quali sono le sorgenti più attive che liberano metano nell’atmosfera, con una precisione senza precedenti. Così da poter intervenire ‘spegnendole’, e rallentare un po’ l’ascesa della colonnina di mercurio, mentre si procede verso la decarbonizzazione.

Si chiama MethaneSat, lo strumento sviluppato dall’Environmental Defense Fund (Edf), una delle principali organizzazioni internazionali no profit (con base negli Usa) che studia soluzioni per affrontare i problemi ambientali più gravi. Di recente, Edf ha firmato un contratto con SpaceX per inviare il suo nuovo satellite in orbita a bordo di un razzo Falcon 9. La finestra di lancio si aprirà il 1 ottobre 2022. Da 600 chilometri di quota, MethaneSat potrà fiutare l’aria: “MethaneSat avrà uno spettroscopio a immagine ad alte prestazioni che effettuerà misurazioni di metano nell’atmosfera con la più alta precisione mai ottenuta da un satellite - spiega a Steven Hamburg, chief scientist di Edf - stiamo anche costruendo una piattaforma terrestre per la complessa elaborazione dei dati necessaria per quantificare il metano liberato in una certa regione. Questo trasformerà un processo che ora impegna per mesi gli scienziati in uno che offre dati completi e utilizzabili quasi in tempo reale”. L’Esa, per esempio, usa il satellite Sentinel 5P con lo strumento Tropomi, che però non arriva a questa risoluzione.

L’altra componente di MethaneSat sarà a Terra, una piattaforma per elaborare i dati e così seguire la pista del metano fino a rintracciarne l’origine. L’intento infatti non è una semplice misurazione, ma fornire strumenti per risalire a al problema e tappare il buco. Lo spettrometro separerà la stretta banda all’interno dello spettro infrarosso a onda corta dove il metano assorbe la luce, consentendo di rilevare concentrazioni di metano fino a due parti per miliardo, e concentrarsi su un’area fino a 100 per 400 metri: “Gli altri satelliti possono misurare concentrazioni di metano o su grandi aree geografiche o su una zona predeterminata - continua Hamburg - MethaneSat farà entrambe le cose e poi trasformerà quei dati in stime quantitative della velocità di emissione e della sorgente. Integrando i dati sui venti e altre condizioni atmosferiche, potrà determinare il luogo e il volume del metano che viene da certe sorgenti localizzate ma anche emissioni cumulative in vaste aree”.

Il futuro dell'energia, i protagonisti: Paolo Gallo

L’orizzonte è tutto il Pianeta. In passato, attraverso una collaborazione tra l’Environmental Defense Fund e Google, la macchina di StreetView ha portato un sensore per mappare le perdite di metano lungo le strade di diverse città americane osservando e localizzando le perdite da tubature obsolete, e come fossero molto maggiori rispetto a infrastrutture nuove. Ma con il satellite l’orizzonte si espande al massimo. MethaneSat, dalla sua posizione privilegiata in continuo sorvolo, passerà sullo stesso luogo una volta alla settimana circa, e riuscirà a tenere d’occhio praticamente tutta la Terra. L’obiettivo dichiarato sono, almeno nella sua prima fase operativa, i grandi impianti petroliferi e del gas oltre alle aree agricole ad alta emissione, quelli che, secondo i dati dell’Edf, liberano in atmosfera la maggior parte del metano: “L’obiettivo immediato è la misura di emissioni da sorgenti che possono essere gestite prontamente - sottolinea Hamburg - una delle più grandi, oggi, è la catena di produzione di petrolio e gas. Tagliare queste emissioni è l’azione più veloce ed efficace che possiamo fare per rallentare la velocità del riscaldamento, anche mentre lavoriamo per decarbonizzare il nostro sistema energetico”. Secondo Hamburg, ridurre le emissioni dall’estrazione di petrolio e gas del 45 per cento entro il 2025 “porterebbe lo stesso beneficio nell’arco di 20 anni che chiudere 1.300 impianti di produzione energetica a carbone”.

Benefici per tutti. Ora che il taglio delle emissioni è diventato (finalmente) un obiettivo primario dei governi e delle strategie anche economiche per il futuro, anche i colossi dell’energia lavorano a piani in questo senso. Una questione ambientale, politica, certo, ma anche economica: “MethaneSat è specificamente concepito per consentire e motivare un'azione rapida per ridurre le emissioni - dice Hamburg - con molte compagnie petrolifere e del gas che iniziano a fissare obiettivi di riduzione del metano e un numero crescente di paesi (inclusi gli Stati Uniti e l'Ue) che lavorano per rafforzare le politiche sul metano, la necessità di una quantificazione accurata e ad alta risoluzione delle emissioni totali che possono essere monitorate nel tempo non è mai stato così grande”.


Ma i dati non saranno solo uno strumento per l'industria e i governi: “La missione è stata fondata anche sul principio della trasparenza: rendere disponibili i dati a costo zero in modo che stakeholder e cittadini possano vedere e confrontare i progressi sia nelle aziende che nei paesi - conclude lo scienziato ambientale - i dati saranno disponibili online in un flusso regolare, quasi in tempo reale. I dati sulla quantità di metano emessa in un dato momento o luogo non sono attualmente di pubblico dominio da nessuna missione satellitare (i dati pubblici mostrano le concentrazioni di metano, ma non quanto viene emesso e da dove). MethaneSat fornirà per la prima volta un prodotto di dati di routine e utilizzabile da parte delle comunità scientifiche, politiche, normative e industriali globali”.