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Secolari e monumentali: si vota l'albero europeo dell'anno

Dal leccio mistico oggetto di devozione nella regione di Aragona in Spagna al pioppo centenario della Marne dove si arrampicavano le sentinelle francesi del primo conflitto mondiale. Per l'Italia c'è il pino calabrese di Curinga. Si vota fino al 28 febbraio per decretare la pianta secolare che vincerà.  Leggi l'articolo

(Immagini e testi: Treeoftheyear.org)

a cura di Fabio Marzano 20 Febbraio 2021

BELGIO. Il sopravvissuto dai quattro tronchi (160 anni)
E' un monumento vivente alle guerre mondiali. Durante la prima la città di Ypres fu completamente distrutta, ma la ceppaia di questo albero ha resistito e dalla sua base sono cresciuti spontaneamente 4 nuovi fusti. Sono sopravvissuti anche alla seconda guerra mondiale, quando Ypres ha rischiato di gelare e quasi tutti gli alberi furono stati abbattuti per farne legna da ardere. Così il Castagno a quattro tronchi divenne l'unico sopravvissuto di Ypres alle due guerre mondiali. Oggi è un monumento vivente, con un tronco alla base di ben 9,10 metri. Situato accanto al famoso Menin Gate, famoso in tutto il mondo, è un simbolo di resilienza.

(specie: Castagna, Castanea sativa L.)

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BULGARIA. Il vecchio gelso (450 anni)
L'Antico Gelso di Veliki Preslav si erge con orgoglio nella piazza centrale della città (ora giardino pubblico) ormai da molti secoli. Attorno vi si riuniscono giovani e anziani per passare il tempo insieme e godersi l'albero vicino a una fontana. Un tempo accanto all'albero del veterano c'era il pub centrale della città e ormai sono trascorsi secoli da quando Stefan Karadzha, famoso rivoluzionario nazionale, superando in astuzia il capo dell'unità amministrativa locale, riuscì a nascondersi nel locale affollato mentre era inseguito dall'esercito ottomano.

(specie: Mulberry, Morus alba L.)
 

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REPUBBLICA CECA. Il melo vicino a Lidman (70 anni)
Il melo nel giardino del pub Lidman a Machovská Lhota è un testimone silenzioso della gente che vi si assiepa. Fornisce ombra in estate e frutti in autunno. Non solo alla gente del posto, ma anche ai visitatori che arrivano per godersi le Table Mountains e la natura rigogliosa che si incontra sul confine ceco-polacco. Il melo ha assistito alla nascita di molti amori, ai primi incontri, ai matrimoni, ai festeggiamenti e anche a tristi eventi. L'albero è ormai parte integrante della vita locale. Per chi vive nella campagna ceca, gli alberi da frutto sono un simbolo della tradizione, perché molte persone hanno meli nei loro giardini e raccolgono la frutta per lo strudel, il succo o il sidro di mele. Ma il melo vicino a Lidman è anche un albero europeo d.o.c., non a caso questa varietà di Renetta è stata creata dove nacque Winston Churchill.

(specie: Melo, Malus domestica var. 'Reinette de Blenheim')

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FRANCIA. La pioppa Pouplie (200-300 anni)
E' la ninfa protettrrice della Valle di Champenoise. Affettuosamente soprannominato La Pouplie e vecchio 2 secoli, questo enorme pioppo nero è impressionante per la sua altezza di 38 mt. e la circonferenza di 9,6 mt. Anima del villaggio di cui adorna lo stemma con le sue foglie d'oro, si dice che sia l'incarnazione di una ninfa figlia del Sole, in lutto per il fratello morto sulla riva del fiume. La Pouplie era anche un protettore dei soldati della Grande Guerra che osservavano il nemico dalle colline. Indebolita da un incendio, gli abitanti del villaggio intendono ora preservarla dall'urbanizzazione.

(specie: Pioppo nero, Populus nigra L.)

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CROAZIA. Il residente più anziano di Medulin - Albero di cioccolato dei nostri ricordi (115 anni)
Si dice che gli anni volino via. La piazza del paese è sempre stata viva, con i suoi mercati, i balli e le antiche tradizioni come il rogo di Carnevale e le feste di maggio. Oggi l'albero si diverte nel vedere un bel film e a guardar giocare, a ondeggiare ai concerti estivi e a cantare per Natale. Poi si veste del suo abito migliore per passare il tempo con la gente del posto e con i turisti. Ma soprattutto ama i giochi e le risate dei bambini, e anche a loro regalerà in futuro le sue magiche bacche di cioccolato. E' quel che si racconta del grande bagolaro al centro della piazza, l'abitante più anziano della città.

(specie: Ortica europea, Celtis australis L.)
 

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ITALIA. Il platano di Curinga (1000 anni)
Il platano di Curinga, in Calabria, si trova in una posizione molto particolare: affacciato sul Mar Tirreno, sporge su un piccolo ruscello. Dall'alto della sua maestosità questo "guardiano" sembra vegliare con amore sulla foresta. Si pensa che sia stato piantato dai monaci basiliani che arrivarono in Calabria più di mille anni fa e che costruirono l'eremo di Sant'Elia, ma le sue radici potrebbero essere ancora più vecchie. Il suo tronco è completamente cavo e ha un'apertura larga più di 3 metri; chi vi entra ha la sensazione di trovarsi all'interno di un'incredibile grotta boscosa. Per le grandi dimensioni della sua circonferenza è oggi il platano più grande d'Italia.
 
(specie: Platano, Platanus orientalis L.)

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UNGHERIA. L'albero di Giuda della chiesa di Mélykút (250 anni)
L'albero fu piantato nel 1750 dai monaci francescani di Subotica sulla collina a nord della chiesa, che all'epoca era in fase di costruzione. È un miracolo che questa specie mediterranea sia ancora viva e la sua fioritura primaverile, ammirata da tutti, è diventata un simbolo per tutto il paese. Innumerevoli piantine nate dai suoi semi vivono nei giardini della popolazione di Mélykút, collegando così il passato con il presente e il paese con i suoi abitanti sparsi in tutto il mondo.

(specie: Albero di Giuda, Cercis siliquastrum L.)
 

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PAESI BASSI. L'albero Madre (345 anni)
Una perla nel cuore della città. Come simbolo di incontro e di unione L'albero Madre sulla piazza del mercato di Etten-Leur fa parte della comunità da 345 anni. Gli acciacchi, le ferite ma anche le molte attenzioni che ha ricevuto nel corso dei secoli gli hanno conferito un aspetto sorprendente. Il tiglio è un testimone silenzioso di migliaia di storie, emozioni ed eventi. I litigi si sono dissolti sotto la sua chioma così come sono nati nuovi amori. Ha ispirato persino il pittore Vincent van Gogh, diventato poi celebre in tutto il mondo.

(specie: Tiglio, Tilia platyphyllos Scop.)

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POLONIA. Saint Jan - Nepomucen Linden (150-170 anni)
E' considerato un 'benefattore di campagna'. Secondo un'antica usanza polacca quando nasceva una figlia, veniva piantato un tiglio. Forse è per questo che fu piantato anche questo tiglio ben 170 anni fa, o forse è merito degli uccelli? Fatto sta che l'albero si trova ai margini del villaggio, vicino ai campi, dove nulla ha impedito ai suoi rami di crescere per oltre 25 mt. Così è diventato un benefattore che dava ombra a chi lavorava nei campi, un luogo di riposo per gli viandanti e nettare per le api. Il santuario di San Giovanni Nepomuceno, che si trova nelle vicinanze, ha aggounto un'aria magica al luogo. La sua insolita bellezza sorprende e suscita ammirazione per la potenza della natura. Non sembra esistere un altro tiglio simile a questo...

(specie: Tiglio, Tilia cordata Miller)

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PORTOGALLO. Il platano del Rossio (182 anni)
Piantato nel 1838, è il più grande della penisola iberica. Maestoso nelle dimensioni, il suo tronco ha una circonferenza di 7 mt, e la sua cima raggiunge i 37 mt. È il simbolo di Portalegre. Nei suoi lunghi e robusti rami ha ospitato anni e anni di memorie collettive e segreti infiniti. Da sempre è un luogo di incontri e il punto di ritrovo di club, associazioni e bande di ottoni. Il platano del Rossio oggi continua, con grande resilienza, a stupire i suoi ammiratori, ascoltando confessioni solitarie e ispirando artisti.

(specie: Platano, Platanus x hispanica Mill. ex Münchh.)

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FEDERAZIONE RUSSA. L'antico sicomoro (284 anni)
L'antico sicomoro, testimone della storia, custode della moschea. L'Oriente antico è pieno di segreti e leggende. Una di queste narra che fu il grande comandante dell'Oriente, Nadir-Shah, ad occuparsi della crescita dei rami del grande sicomoro poiché adornavano il giardino della moschea di Juma nell'antica Derbent. Ammirando il possente gigante lo scrittore Aleksandr Bestuzhev-Marlinsky compose le sue opere. Oggi il maestoso patriarca adorna la parte centrale della casa di culto, diventato ormai un simbolo di potere e uno dei luoghi di attrazione per i cittadini del Daghestan e per gli ospiti della Repubblica. Su di lui esistono leggende, poesie e persino quadri.

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SLOVACCHIA. La vecchia quercia di Drnava (700 anni)
La "vecchia quercia della Piccola Peste" si trova accanto all'antico terreno della famosa piantagione di ferro del conte Andrássy a Drnava. È qui che negli anni '40 del secolo scorso sono state fuse le parti strutturali del famoso Ponte delle Catene "Lánchíd" a Budapest, per il quale il villaggio si è guadagnato il soprannome di "Kis Pest" - Piccola peste. Oggi l'albero è una delle tappe del percorso naturalistico sulla vecchia via commerciale ed è il simbolo principale del villaggio da diverse generazioni. Già nel 1670 nella cronaca comunale si parla di questa robusta quercia.
 
(specie: Sicomoro orientale, Platanus orientalis L.)

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SPAGNA. La Millenaria Carrasca di Lecina (1000 anni)
L'albero delle streghe. La leggenda narra che ai tempi in cui le streghe popolavano i monti Guara, queste danzavano e festeggiavano intorno al leccio. Mille anni dopo, il legame con la gente del posto alimenta ancora il leccio che si trova nella piccola città dell'Alto Aragona con soli 13 abitanti. I vicini lo hanno scelto e continuano a sceglierlo per le loro celebrazioni. Sorprende infatti la sua resistenza, così vicino all'abitato, ma forse la cura è proprio la compagnia dei vicini di Lecina, se non quelle di antiche streghe.

(specie: Leccio, Quercus ilex L.)

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REGNO UNITO. L'albero dei sopravvissuti. Dove un albero sopravvivive, un milione di alberi cresceranno. Un sorbo solitario aggrappato alla riva di un ruscello nella valle di Carrifran ha ispirato lo slogan del Borders Forest Trust e oggi quell'albero sopravvissuto non è più solo. È circondato dalla piccola foresta dei suoi 'eredi' e, oltre ai suoi stessi figli, il sorbo ha ora più di mezzo milione di altri alberi autoctoni a fargli compagnia. Oggi è considerato il simbolo di un impegno durato vent'anni per far rivivere il cuore selvaggio della Scozia meridionale.

(specie: Rowan, Sorbus aucuparia L.)
 

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