Le specie aliene sono gli organismi che l’uomo trasporta fuori dal loro areale naturale e, come confermato dal rapporto dell’IPBES del 2019 (https://ipbes.net/global-assessment), rappresentano una delle cinque cause principali di perdita di biodiversità nel mondo. I numeri di questo fenomeno, che gli specialisti chiamano invasioni biologiche, sono in forte crescita ovunque, con aumenti di oltre il 76% tra il 1970 e il 2000. l’Italia è uno dei paesi più colpiti, come indicano i dati raccolti da ISPRA che confermano la presenza di oltre 3000 specie aliene nel nostro paese, numero aumentato del 96% negli ultimi 30 anni.
Purtroppo questa minaccia rischia di aumentare in modo drammatico nei prossimi anni. Uno studio di cui sono coautore, appena pubblicato su Global Change Biology (https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/gcb.15333) primo autore Hanno Seebens del Senckenberg Biodiversity and Climate Research Center tedesco, stima che il numero di specie aliene aumenterà di un ulteriore 36% entro il 2050, rispetto ai numeri del 2005. Lo studio ha analizzato i numeri noti a scala globale, partendo dai dati di 35.000 specie aliene registrate nel 2005, ed ha applicato un modello matematico per calcolarne gli incrementi. I risultati della ricerca indicano che ci potranno essere grandi differenze tra le diverse regioni del mondo. Il maggior aumento è previsto in Europa, dove il numero di specie aliene aumenterà del 64% entro la metà di questo secolo, molto più che nel resto del mondo, e che nel 2050 potrebbero arrivare oltre 2.500 nuove specie aliene, causando presumibilmente impatti gravissimi. Altre regioni che avranno tassi di invasioni particolarmente elevati sono le latitudini temperate dell'Asia, del Nord America e del Sud America, mentre in Australia è previsto l'aumento relativo più basso di specie aliene.
A livello globale, si prevede che l'aumento delle specie aliene sarà particolarmente elevato per insetti e altri artropodi, come aracnidi e crostacei. Il numero di specie aliene di questi gruppi aumenterà ovunque, con un picco nelle aree temperate dell’Asia dove stimiamo che l’aumento supererà il 110%. Anche in Europa le specie aliene che arriveranno saranno soprattutto quelle meno visibili, come insetti, molluschi e crostacei; anche per le piante si prevede un forte aumento delle introduzioni, mentre sarà molto più basso il rischio di arrivo di specie di mammiferi alieni.
Lo studio appena pubblicato dimostra che questa minaccia continuerà a peggiorare, se non adotteremo politiche più stringenti per prevenire gli spostamenti delle specie più dannose. L’Europa ha adottato nel 2014 un regolamento specifico sulle specie invasive, che impone a tutti gli stati membri, compresa l’Italia, norme più rigide per l’importazione, il trasporto, l’allevamento e il rilascio delle specie aliene più pericolose per l’ambiente, e l’Italia ha adottato nel 2017 un Decreto Legislativo (https://goo.gl/LDCFuw), per rispondere a questi nuovi obblighi. Per riuscire concretamente a ridurre i tassi di invasione occorre però applicare nei prossimi anni politiche di biosicurezza più rigorose e – soprattutto – informare e coinvolgere di più i settori chiave della società, perché solo modificando i nostri comportamenti possiamo ridurre il rischio che si trasportino e si rilascino in natura specie dannose per gli ecosistemi naturali.
Un esempio di come si può intervenire sui comportamenti è il progetto Life ASAP (www.lifeasap.eu), promosso da ISPRA e cofinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente, che ha sviluppato codici di condotta responsabili per attività come il giardinaggio, la pesca sportiva, il turismo, o gli animali da compagnia, ha permesso di formare oltre 700 dipendenti pubblici e 559 tra docenti e operatori di aree protette, zoo e giardini botanici che potessero diffondere informazioni sul problema. Sempre nell’ambito del progetto sono state fatte campagne di comunicazione negli aeroporti per informare i viaggiatori, raggiungendo a migliaia di turisti e viaggiatori sia italiani che di altri 114 paesi e sono stati anche realizzati laboratori cui hanno partecipato oltre 5000 bambini e ragazzi, che attraverso giochi e storie hanno imparato cosa sono le specie invasive e come ognuno di noi può aiutare a ridurne gli impatti. Una lezione che tutti dobbiamo apprendere se vogliamo contenere la crescita delle specie invasive in futuro.
Purtroppo questa minaccia rischia di aumentare in modo drammatico nei prossimi anni. Uno studio di cui sono coautore, appena pubblicato su Global Change Biology (https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/gcb.15333) primo autore Hanno Seebens del Senckenberg Biodiversity and Climate Research Center tedesco, stima che il numero di specie aliene aumenterà di un ulteriore 36% entro il 2050, rispetto ai numeri del 2005. Lo studio ha analizzato i numeri noti a scala globale, partendo dai dati di 35.000 specie aliene registrate nel 2005, ed ha applicato un modello matematico per calcolarne gli incrementi. I risultati della ricerca indicano che ci potranno essere grandi differenze tra le diverse regioni del mondo. Il maggior aumento è previsto in Europa, dove il numero di specie aliene aumenterà del 64% entro la metà di questo secolo, molto più che nel resto del mondo, e che nel 2050 potrebbero arrivare oltre 2.500 nuove specie aliene, causando presumibilmente impatti gravissimi. Altre regioni che avranno tassi di invasioni particolarmente elevati sono le latitudini temperate dell'Asia, del Nord America e del Sud America, mentre in Australia è previsto l'aumento relativo più basso di specie aliene.
A livello globale, si prevede che l'aumento delle specie aliene sarà particolarmente elevato per insetti e altri artropodi, come aracnidi e crostacei. Il numero di specie aliene di questi gruppi aumenterà ovunque, con un picco nelle aree temperate dell’Asia dove stimiamo che l’aumento supererà il 110%. Anche in Europa le specie aliene che arriveranno saranno soprattutto quelle meno visibili, come insetti, molluschi e crostacei; anche per le piante si prevede un forte aumento delle introduzioni, mentre sarà molto più basso il rischio di arrivo di specie di mammiferi alieni.
Lo studio appena pubblicato dimostra che questa minaccia continuerà a peggiorare, se non adotteremo politiche più stringenti per prevenire gli spostamenti delle specie più dannose. L’Europa ha adottato nel 2014 un regolamento specifico sulle specie invasive, che impone a tutti gli stati membri, compresa l’Italia, norme più rigide per l’importazione, il trasporto, l’allevamento e il rilascio delle specie aliene più pericolose per l’ambiente, e l’Italia ha adottato nel 2017 un Decreto Legislativo (https://goo.gl/LDCFuw), per rispondere a questi nuovi obblighi. Per riuscire concretamente a ridurre i tassi di invasione occorre però applicare nei prossimi anni politiche di biosicurezza più rigorose e – soprattutto – informare e coinvolgere di più i settori chiave della società, perché solo modificando i nostri comportamenti possiamo ridurre il rischio che si trasportino e si rilascino in natura specie dannose per gli ecosistemi naturali.
Un esempio di come si può intervenire sui comportamenti è il progetto Life ASAP (www.lifeasap.eu), promosso da ISPRA e cofinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente, che ha sviluppato codici di condotta responsabili per attività come il giardinaggio, la pesca sportiva, il turismo, o gli animali da compagnia, ha permesso di formare oltre 700 dipendenti pubblici e 559 tra docenti e operatori di aree protette, zoo e giardini botanici che potessero diffondere informazioni sul problema. Sempre nell’ambito del progetto sono state fatte campagne di comunicazione negli aeroporti per informare i viaggiatori, raggiungendo a migliaia di turisti e viaggiatori sia italiani che di altri 114 paesi e sono stati anche realizzati laboratori cui hanno partecipato oltre 5000 bambini e ragazzi, che attraverso giochi e storie hanno imparato cosa sono le specie invasive e come ognuno di noi può aiutare a ridurne gli impatti. Una lezione che tutti dobbiamo apprendere se vogliamo contenere la crescita delle specie invasive in futuro.