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“Green Bond favoriti dal Covid 19, ma il risultato si vedrà nel tempo”

L’analisi di Bram Bos, lead portfolio manager Green Bonds di NN Investment Partners

2 minuti di lettura
I tempi non sono ancora maturi per capire quali sono le reali potenzialità del mercato dei green bond, cioè dei titolo di debito che vengono emessi per finanziare progetti di investimento eco-friendly e tutte le iniziative legate alla finanza etica. Ad oggi, quello che sappiamo è che questi strumenti finanziari stanno esercitando e godono di una popolarità crescente sia fra gli emittenti sia fra gli stessi investitori, anche privati.

“Nell’attuale contesto di mercato, quando le obbligazioni tradizionali si vendono, anche le obbligazioni verdi si vendono. Questo è un dato di fatto”, osserva Bram Bos, lead portfolio manager Green Bonds di NN Investment Partners (NN IP), la società di gestione di NN Group, un’istituzione finanziaria olandese quotata all’Euronext di Amsterdam. “Nelle ultime settimane non c'è stata una differenza significativa nel comportamento delle obbligazioni verdi rispetto a quelle tradizionali – aggiunge -. Ma è importante ricordare che in mercati come questi, i prezzi non sono necessariamente una misura affidabile del sentiment sottostante. I flussi sono più importanti, e notiamo che la maggior parte dei portafogli green bond e dei gestori, mantengono le obbligazioni nei loro portafogli. E i flussi e la domanda sono in aumento piuttosto che in diminuzione”.

Le ultime rilevazioni dell’indice corporate, il termometro del mercato finanziario, registrano infatti performance migliori da parte dei green bond rispetto alle tradizionali obbligazioni. Un motivo è da ricercare nella composizione dell’indice delle obbligazioni verdi che non include le compagnie aeree o le società energetiche, settori colpiti dagli effetti del coronavirus e dal crollo del prezzo del petrolio. Tuttavia, include, ad esempio, le società di utility che hanno attività ben regolamentate. “Queste tendono ad essere meglio preparate per i tempi incerti, sono più lungimiranti e spesso sono gestite meglio delle aziende che non emettono obbligazioni verdi”, spiega Bos.

In sostanza, secondo l’analista, l’attuale contesto di mercato favorirà i green bond nel lungo periodo e le aziende che credono nella finanza etica. Anche se è ancora presto per trarre conclusioni importanti, non vediamo diminuire l'interesse per i green bond in termini di clienti, né i nostri fondi sono in forte deflusso. In generale, sembra che gli investitori stiano portando avanti i loro piani per effettuare nuove allocazioni verso i green bond”, sottolinea Bos. “Guardando avanti, ci sono alcuni aspetti positivi che potrebbero emergere da questa situazione – aggiunge -, ma molto dipenderà da quanto durerà questa crisi. I mercati potrebbero scendere ulteriormente e potremmo vedere più inadempienze prima che le cose migliorino”.

Un motivo in più, fa notare l’analista, che potrebbe convincere molte aziende ad optare per le obbligazioni verdi come strumento di finanziamento. “I tradizionali mercati dei capitali stanno soffrendo in questi tempi di incertezza e, sebbene anche le obbligazioni verdi siano in calo, la domanda sottostante è intatta – puntualizza Bos -. Si tratta di essere preparati e di rendere il business a prova di futuro. La prossima crisi potrebbe essere una crisi climatica. La situazione attuale spinge le aziende a guardare avanti. Anche i governi dovranno spendere di più, in particolare, credo che la loro spesa verde aumenterà. Vogliono anche rendere le loro economie più resistenti. Quindi sono molto convinto che ci sarà solo più domanda”.

NN IP prevede infatti che anche il segmento delle obbligazioni verdi governative beneficerà della risposta senza precedenti della politica fiscale e monetaria. Questo segmento rappresenta attualmente circa il 17% del totale del mercato dei green bond, con meno di dieci emittenti finora. “Anche prima della crisi del Covid-19, questa situazione era destinata a cambiare con una serie di nuovi potenziali candidati governativi europei per il 2020, tra cui Germania, Italia, Spagna, Svezia e Danimarca – afferma Bos -. Ma l’annuncio di piani di spesa senza precedenti per combattere gli effetti economici e finanziari della pandemia significa che ci si può aspettare un aumento significativo delle emissioni di obbligazioni sovrane come veicolo per finanziare questo”.

Secondo S&P Global, le obbligazioni verdi rappresentano attualmente meno dello 0,1% del debito governativo totale, quindi se anche solo una piccola parte di questa nuova emissione prevista avverrà sotto forma di green bond, ciò avrà un impatto enorme sulle dimensioni del mercato. “Pensiamo che nel lungo periodo i governi che emettono obbligazioni verdi siano trasparenti su ciò che stanno finanziando. Stanno prendendo posizione sulla mitigazione del cambiamento climatico. Una parte di questa nuova ondata di spesa pubblica potrebbe prendere due piccioni con una fava, fornendo il necessario stimolo fiscale e puntando sulla spesa per le infrastrutture green”, conclude Bos.