

I risultati della ricerca pubblicati sul Proceedings of the National Academy of Sciences raccontano come questo anfibio, grazie alla sua speciale caratteristica, riesca a sopravvivere anche in ambienti ostili: la sua fluorescenza potrebbe infatti aiutarla nel comportamento con i suoi simili, nelle fasi di accoppiamento e forse anche nel combattere i predatori. Il team sta ancora studiando come e perché la raganella utilizzi la sua fluorescenza durante la notte ma gli scienziati credono che la rana "si illumini" per rendersi visibile alle altre raganelle.
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I ricercatori hanno infatti notato che le rane aumentano la luminosità della loro fluorescenza quando percepiscono la presenza di altri simili. "Questo ci dimostra che la fluorescenza può essere rilevante anche in ambienti terrestri - spiega Taboada - e dunque si aprono nuovi percorsi di ricerca. Prima di puntare le lampade UV - chiosa il biologo - avevamo il sospetto che fosse fluorescente, ma non di questa intensità. E' stato scioccante, non ce lo aspettavamo affatto".
Grazie a questa proprietà, ovvero la capacità di assorbire la luce a lunghezze d'onda corte e riemetterla a lunghezze d'onda più lunghe, la rana cambia completamente colore trasformandosi in un "verde-blu intenso al posto di un rosso tenue. Non potevamo crederci, non su un anfibio" spiega il coautore dello studio Julián Faivovich.
Del sistema visivo della raganella a pois e dell'uso dei suoi fotorecettori si sa pochissimo e il prossimo passo della ricerca sulla rana fluorescente sarà proprio questo: ovvero capire come le altre rane vedano nel buio quella strana fluorescenza.