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Repubblica Ceca, un parco naturale nell'ex bunker della Guerra Fredda

A mezz'ora da Praga, un'area di 350 chilometri quadrati che per quasi cent'anni è stata utilizzata come base militare, fino a diventare un rifugio segreto dell'Armata Rossa, è ora aperta a trekking e ciclotursti. Biodiversità senza pari in Europa e un museo della Guerra Fredda

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(ap)
Un parco di 345 chilometri quadri, letteralmente privo di insediamenti umani, dove le acque sono così pulite che ancora vi prospera il gambero di torrente. A pochi chilometri da una capitale europea. Il tutto si sta concretizzando in Repubblica Ceca, a mezz'ora d'auto da Praga. Il "merito" è della Guerra Fredda, perché il parco di Brdy nasce in una zona militare dismessa, e le uniche tracce di insediamento umano sono i bunker militari e un deposito.

Per decadi, Brdy è atato utilizzato come centro di addestramento militare, dai nazisti, dall'Armata Rossa, ma anche dall'esercito ceco(slovacco) e dalle truppe della Nato. In teoria, avrebbe dovuto ospitare una base missilistica dell'Alleanza Atlantica, ma il progetto è stato abbandonato, per l'ostilità dell'opinione pubblica ceca, nel 2009. Da lì, la svolta, che mira ad attirare un esercito di trekker sul cammino di quelli militari, senza dimenticare ciclisti e mountain biker: per ora, i chilometri di piste pedalabili sono 80, ma altri 150 verranno creati entro il 2018. Il sito è proibito ai civili dal 1926, quando fu istituita l'area militare, a sudovest della città di Kafka. Novanta anni in cui l'area è stata di fatto ai margini delle attività umane correnti. Il risultato è una biodiversità non comune nel Vecchio Continente. Bunker a parte, gli edifici si contano sulle dita di una mano se si escludono le rovine di un castello medievale. Al momento non ci sono alberghi né ristoranti, le auto non entrano all'interno e in alcune delle vallate non c'è campo per i cellulari. L'idea è di mantenere le cose come stanno.

L'edificio più significativo è quindi una struttura di cemento, nota a suo tempo con il nome in codice Javor (acero) 51. Si ritiene fosse un deposito top secret dell'Armata Rossa, destinato a ospitare - se necessario - fino a sessanta testate nucleari da impiegare in caso di attacco alla Germania Occidentale. Il sito era talmente segreto che neanche gli ufficiali della Repubblica (Socialista) Cecolslovacca vi misero mai piede nel periodo tra quando, nel 1968, l'Armata Rossa occupò il Paese, fino a quando lo lasciò nei primi anni novanta. Il sito adesso è aperto al pubblico come museo della Guerra Fredda. L'Atom Museum è parte di una particolare struttura di bunker "doppio", di cui si pensa Brdy sia l'unico esempio creato al di fuori dell'Unione Sovietica.
(ap)
Benché le attività militari siano un ricordo, i loro strascichi non sono spariti ancora del tutto. Dal 2012 a oggi i militari impiegati nell'opera hanno rinvenuto oltre 7mila tipi di munizioni delle diverse armi (dall'artiglieria ai carri armati ai missili) e dei diversi eserciti che hanno calpestato quella campagna. "Le si possono trovare praticamente ovunque, anche dove meno ce le si aspetta, parola di chi le sta cercando da tempo - ha raccontato all'agenzia Associated Press il sergente maggiore Vlastimil Kalivoda, che fa parte del team di bonificatori. Per questa ragione, il cuore del parco resterà chiuso fino a fine 2017.

Chi volesse visitare e attraversare a piedi il sito, ricordi che per evidenti ragioni di conservazione del territorio, è proibito accendere fuochi, come è vietato campeggiare in tenda. E' invece possibile trascorrere la nottata all'interno del parco in un sacco a pelo. Il sito del parco per ora è soltanto in ceco: dovrebbe arrivare presto la versione inglese. E' invece possibile prenotare visite guidate in inglese dell'Atom Museum, presso questo sito.