PONTE DI PIAVE. Per il commissario giudiziale Stefanel può continuare a lavorare: ci sarebbero le condizioni per l’amministrazione straordinaria e per portare avanti l’attività dello storico marchio.
È un primo semaforo verde al quale, però, altri dovranno seguire per parlare di “salvataggio” della Stefanel: entro dieci giorni si esprimerà il Ministero dello Sviluppo Economico, entro trenta il Tribunale di Venezia. In ogni caso si tratta di una prima buona notizia da parte del commissario Raffaele Cappiello che, dopo un periodo di studio dei numeri e dell’operatività dell’azienda, ritiene ci siano le condizioni per alleggerire il rosso di 90 milioni di euro e tornare a imporsi sui mercati italiani e stranieri.
L’annuncio
La società di Ponte di Piave ha reso noto giovedì sera che il commissario giudiziale della procedura di amministrazione straordinaria «ha depositato presso la cancelleria del Tribunale di Venezia la relazione contenete la descrizione delle cause dello stato di insolvenza di Stefanel e una valutazione favorevole circa la sussistenza delle condizioni previste per l’ammissione della società alla procedura di amministrazione straordinaria. Copia di tale relazione è stata contestualmente trasmessa anche al Ministero dello Sviluppo Economico.Le prossime tappe
È sempre Stefanel a spiegare cosa accadrà d’ora in avanti. Le date da segnare in rosso sono 18 agosto e 8 settembre: «Al momento si prevede che, entro dieci giorni dalla data odierna, il Ministero dello Sviluppo Economico depositerà il proprio parere in ordine all’ammissione di Stefanel alla procedura di amministrazione straordinaria e, entro trenta giorni dalla data odierna, il Tribunale di Venezia, tenuto conto del parere e delle osservazioni depositati, nonché degli ulteriori accertamenti eventualmente disposti, dovrà dichiarare con decreto motivato se sussistono le condizioni per l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria di Stefanel». Anche se da Ponte di Piave filtra un cauto ottimismo, è impossibile prevedere cosa diranno nei prossimi giorni Ministero e Tribunale, che potrebbero emettere un parere diverso rispetto a quello del commissario. Il primo “semaforo verde” arrivato giovedì sera è comunque un segnale di fiducia nelle potenzialità dell’azienda.
Due possibilità
Se, infine, l’amministrazione straordinaria sarà concessa, Stefanel avrà davanti due strade. La prima prevede un programma di cessione dei complessi aziendali, da realizzare entro un periodo temporale di un anno, per consentire un soddisfacimento solo parziale dei creditori; la seconda consiste in un diverso programma di ristrutturazione, della durata di due anni al massimo, in cui è previsto il soddisfacimento integrale dei creditori dell’impresa.
Non ci sono alternative all’amministrazione straordinaria: se il Tribunale riterrà che non ci siano le condizioni per andare avanti, sarà tenuto a emettere sentenza di fallimento.
Gli ultimi numeri
Di recente la società ha pubblicato gli ultimi numeri, aggiornati al 30 giugno 2019, relativi alla situazione finanziaria e patrimoniale dell’azienda. L’indebitamento finanziario netto di Stefanel Spa si attesta a 90,6 milioni di euro, a fronte dei 90,9 milioni al 31 dicembre 2018.
L’intero gruppo ha invece un indebitamento finanziario netto di 88,7 milioni di euro (88,1 al 31 dicembre 2018). Al 30 giugno 2019 ci sono inoltre debiti commerciali residui per circa 17,11 milioni di euro. Gli stipendi sono stati regolarmente pagati. Il Tribunale di Venezia ha disposto che la gestione della società rimanga affidata al consiglio di amministrazione della società, che potrà continuare con gli atti di gestione ordinaria, compresi i pagamenti previsti dal piano di cassa mensile, con un limite di 200 mila euro per ogni operazione e con la vigilanza del commissario giudiziale.
Il piano
Non ci sono novità invece per quanto riguarda la vendita dello stabilimento di Ponte di Piave, considerata uno dei punti centrali del piano di ristrutturazione. Sta proseguendo la razionalizzazione della rete commerciale, con la chiusura o il trasloco di alcuni negozi fisici (ha abbassato le serrande, per esempio, quello in centro a Treviso) e il potenziamento dell’e-commerce. Sono circa 250 i dipendenti all’interno del gruppo, una sessantina gli addetti dello stabilimento di Ponte di Piave, che al netto di pensionamenti e uscite volontarie continueranno a operare garantendo la normale operatività dell’azienda.